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Nardò, apre il Museo delle Conchiglie: migliaia di esemplari anche rarissimi

 
Toti Bellone

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Toti Bellone

Nel Museo appena istituito dal Comune nell’antico Chiostro dei Carmelitani, tutto grazie alla collezione donata dal professore Nicola Borgia, 97 anni

Giovedì 21 Marzo 2024, 17:37

NARDO' - Ammirare da vicino due fra le più rare e preziose conchiglie al mondo, ora è possibile anche nel Salento. Assieme ad altri 3500 esemplari, più 10mila micro-conchiglie non ancora classificate, la piccola “conus  gloriamaris” e la più grande “nautilus pompilius linnaeus”, da sabato 23 marzo, faranno bella mostra nel  Museo appena istituito dal  Comune di Nardò, nell’antico Chiostro dei Carmelitani. Denominato “Museo delle conchiglie“, verrà inaugurato nella stessa serata di sabato, alle ore 18, alla presenza del 97enne professore di matematica, Nicola Borgia, che ha donato la sua collezione alla città, del sindaco Pippi Mellone, e dall’assessora a Cultura, Ambiente ed Istruzione, Giulia Puglia.
Frutto della raccolta effettuata in giro per il mondo, l’importante collezione, di evidente valore culturale e scientifico, ha subìto da parte dello stesso Borgia, la schedatura di ogni singolo esemplare, al quale sono dedicate foto, nome scientifico, dimensioni e provenienza. Più nel dettaglio, la collezione è composta da 2950 esemplari della classe “gasteropodi”, divisi in 62 diverse famiglie, più altri 600 della classe “bivalvi”, divisi in 28 famiglie, nonché da altri esemplari delle classi “scafopodi”, “poliplocopodi” e “cefalopodi”, ed ancora, da stelle marine e da un non trascurabile numero conchiglie terrestri. Più le già citate 10mila micro-conchiglie non classificate, tutte provenienti dai mari del Mediterraneo. 
Quanto alle rare e preziose  “conus gloriamaris” e “nautilus”, si tratta, rispettivamente, di un solo esemplare di circa 10 centimetri, e di due poco più grandi. La “gloriamaris” proviene dalle isole Mauritius, nelle cui acque dimora anche a duecento metri di profondità, mentre le “nautilus” dalle profondità dell’Oceano Indiano, dove oltre alle isole Figi ed alla Nuova Guinea, prosperano le ultime cinque specie viventi (“belavensis, macromphalus”, “repertus”, ”stenomphalus” e “pompilius”), dopo l’estinzione delle “praepompilius” e delle “cookanum”.        
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