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Migranti in protesta sotto la Prefettura di Foggia: più diritti per le braccianti

 
Redazione online (Foto Maizzi)

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Redazione online (Foto Maizzi)

Appartengono tutti al ghetto di Borgo Mezzanone: l'evento è guidato da sindacalista Aboubakar Soumahoro

Lunedì 08 Marzo 2021, 12:19

13:08

FOGGIA -  E’ partita dalle campagne di Borgo Mezzanone, nel Foggiano, dove si trova uno dei più grandi insediamenti abusivi del Sud che ospita i migranti, la manifestazione guidata dal sindacalista Aboubakar Soumahoro a sostegno delle donne. Ad annunciarlo è lo stesso sindacalista in un video sulla propria pagina Facebook. La manifestazione terminerà tra poco dinanzi alla prefettura di Foggia. «Siamo pronti con le donne braccianti e gli uomini braccianti per la manifestazione di oggi - dichiara Aboubakar - perché l’8 marzo è ogni giorno. Tra le tematiche dell’iniziativa la disparità salariale, lo sfruttamento, la razzializzazione, la precarietà e la ghettizzazione abitativa» - fa sapere Aboubakar. Alla manifestazione davanti alla prefettura, annuncia il sindacalista, «ci saranno i parenti del giovane maliano di 28 anni che si è suicidato la scorsa settimana nelle campagne di Lucera (Foggia)». 

 «Oggi, 8 Marzo, non è una giornata di festa, è una giornata di lotta e di denuncia contro una ipocrisia istituzionale che mentre proprio oggi torna a parlare di diritti e di dignità delle donne si dimentica che negli altri giorni dell’anno le donne vengono sfruttate». Lo ha detto ai cronisti il sindacalista e attivista Aboubakar Soumahoro, che questa mattina a Foggia ha guidato la manifestazione a favore delle donne.
Circa trecento i migranti che dal ghetto di Borgo Mezzanone si sono ritrovati davanti alla prefettura di Foggia. «C'è - afferma Soumahoro - una grande disparità salariale e, allo stesso tempo, ci sono donne invisibili lungo la filiera del cibo, di qualsiasi provenienza, che chiedono diritti».
Nel corso della protesta il sindacalista ha denunciato anche la politica delle foresterie, i nuovi alloggi per i braccianti al posto delle baracche. «Nelle foresterie non troviamo italiani, ma solo persone di diversa provenienza geografica. Le foresterie rappresentano un sistema fondato sull'assistenzialismo che non aiuta l’emancipazione delle persone e allo stesso tempo è 'razzializzantè perché sono donne di diverso colore di pelle» - precisa -. Anziché dare 50mila euro alle associazioni mettano questi soldi per ristrutturare le case sfitte, e ad accompagnare, giovani, donne, italiani, migranti ad entrare in un percorso reale di inserimento abitativo. Emiliano (presidente della Regione Puglia, ndr) - conclude - su queste cose non si fa trovare, è un latitante politicamente parlando»

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