Sulla testa, avvolta da una maglietta che i proprietari di un’azienda della zona avrebbero utilizzato per cercare di fermare l’emorragia, due ferite: una profonda e trasversale, l’altra più superficiale sopra l’orecchio sinistro. Lesioni riportate forse a seguito di una brutale aggressione subita dalla vittima o causate solo da un tragico incidente.
È giallo intorno alla morte di Arcangelo Barbone, un 53enne bitontino, ritrovato senza vita ieri, poco dopo le 13, in contrada Cagnano, strada che collega Bitonto alla vicina Modugno, città in cui attualmente l’uomo risiedeva. Una viuzza di campagna spesso percorsa da Barbone, contadino di professione, che saltuariamente avrebbe lavorato proprio alle dipendenze di una ditta, dedita alla vendita all’ingrosso di frutta, che lì ha sede.
Il corpo sarebbe stato rinvenuto proprio dinanzi l’ingresso dell’attività, riverso a pochi metri dalla sua bici elettrica, mezzo utilizzato dalla vittima per gli spostamenti. Secondo quanto ricostruito, sarebbero stati i suoi datori di lavoro, che risiedono nella stessa tenuta, a trovarlo e a cercare di prestargli soccorso in attesa del 118: dopo averlo spostato sul ciglio opposto della strada, avrebbero sollevato la testa con un cuscino e cercato di tamponare le ferite con una t-shirt. Sarebbe stata loro cura, inoltre, ripulire l’asfalto dal sangue, per evitare che i bambini, rientrando a casa, potessero suggestionarsi.
I loro tentativi di aiutare la vittima sarebbero stati però vani: al loro arrivo, gli operatori sanitari non hanno potuto far altro che constatare il decesso del 53enne. Troppo gravi le ferite: da quella più profonda, sarebbe fuoriuscita persino materia cerebrale.
Sul posto, sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Bitonto, la Squadra Mobile di Bari e la polizia scientifica. A supportare le operazioni, anche i Carabinieri della stazione di Bitonto e gli uomini della Polizia Locale. A coordinare le indagini sarà il pm Baldo Pisani, che ha disposto per domani l’autopsia sul corpo del 53enne, ora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Sequestrate inoltre la bici elettrica della vittima e una pistola, rinvenuta nella stessa area, che sembrerebbe però non collegata all’accaduto.
Gli investigatori hanno setacciato la villetta, sede dell’attività, e i terreni circostanti. Acquisite anche le immagini di videosorveglianza, che potrebbero rivelarsi utili per ricostruire la dinamica e far luce sull’assurda vicenda. Al momento, non si scarta nessuna ipotesi, compresa l’eventualità che la presunta aggressione possa essersi consumata in un luogo diverso da quello del rinvenimento o che possa essere legata ad ambienti criminali, dediti allo spaccio di droga.
Arcangelo Barbone, ricordato in città come un uomo semplice e grande lavoratore, era ultimo di otto fratelli. Dopo aver divorziato dalla moglie, con cui aveva avuto due figli, un ragazzo di 24 anni e una ragazza tre anni più piccola, aveva iniziato una convivenza con una donna di Modugno. I familiari sono stati portati in commissariato, dove sono stati ascoltati insieme a conoscenti e titolari dell’azienda per cui lavorava.