BARI - Un sabato sera di fine agosto in piazza del Ferrarese, ore 22 o giù di lì. Tanti i baresi, e non solo, in cerca di un refrigerio che questa estate non intende dare. E tanti anche i ragazzi: risate, battute, la Bari che vince, quella ti guarda, le piaci, e non ridere. Cose così. Per tre ragazzi adolescenti, lo struscio è interrotto bruscamente dall’arrivo di una banda di dieci ragazzini. Età media di tutti è tra i quindici e i tredici anni.
«’Ue, volete fa tre a tre?» urla uno dei dieci. Il lancio di una sfida, una provocazione gratuita, uno scambio di sguardi per fare a botte, tre contro tre. Ma la frase rimane a metà nell'aria mentre già vola un pugno, sferrato in piena faccia di uno dei tre ragazzini «provocati».
La sfida, anche se non ufficialmente raccolta, scatena inevitabili reazioni: i ragazzi si azzuffano, la gente fa capannello e guarda. Nessuno interviene. Nessun adulto crede sia suo dovere dividere dei ragazzini.
Qualcuno chiama la Polizia, forse anche i soccorsi quando ci si rende conto che si sta esagerando. Interviene l’ambulanza e con loro anche i vigili urbani.
Uno dei ragazzi aggrediti è trattenuto oltre mezz’ora sull’ambulanza, una borsa di ghiaccio sulle contusioni. Un altro, sempre del gruppo di tre adolescenti, è fermo sul muretto di piazza del Ferrarese, trema, è terrorizzato. Con loro ci sono i genitori, ad assistere alle medicazioni.
Si va avanti così fino a mezzanotte, con i bulli della baby gang che continuano a gironzolare attorno all’ambulanza. La gente si disperde, lo struscio si allenta e rimane una vettura delle Forze dell’ordine a presidiare la zona, e l’ambulanza. I genitori degli aggrediti decidono di non formalizzare denuncia.
«Purtroppo non è certo la prima volta - si lascia scappare con amarezza chi lavora in zona di sera - il problema è che questi casi si stanno intensificando sempre di più. Non riusciamo a capire quanta rabbia hanno in corpo questi ragazzi e il perché di tanta violenza gratuita».
Un fenomeno in crescita, quindi, storie che cominciano da lontano. Come il «branco» di sette giovanissimi che per mesi ha seminato il terrore nel parco cittadino di Largo 2 Giugno, aggredendo, minacciando e rapinando altri adolescenti. Il branco, come recitavano gli atti, accerchiava le vittime, le minacciava con frasi come «questa zona è nostra», «da qui ve ne dovete andare», pretendeva denaro, anche pochi spiccioli, e i telefoni cellulari che gli adolescenti avevano in tasca e poi li aggrediva con calci e pugni.
Non casi isolati ma che si sono moltiplicati in una estate difficile. Agli inizi di giugno le aggressioni in via Sparano, poi in corso Vittorio Emanuele.
Il 21 giugno furono picchiati e scaraventati a terra un ragazzo e una ragazza di quindici anni. Sul lungomare, nei pressi del teatro Margherita. Poco dopo le otto di sera. I due ragazzi furono aggrediti alle spalle da un gruppetto di ragazze e ragazzi: picchiato lui e preso per i capelli e scaraventata a terra lei, prima di fuggire.
Le sfide, gli sguardi per provocare, i pugni per animare la serata un po’ noiosa. «Volete fare tre a tre?»