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Nicola Simonetti
31 Ottobre 2017
La raccomanda l’Organizzazione Mondiale della Sanità e la patrocinia, in Italia, il Ministero della Salute.
La realtà del fenomeno e la preoccupante ignoranza della mallattia da parte della popolazione sono state fotografate da ampia indagine realizzata dall’ist.
Ricerca Loren e dal Centro Ambrosiano oftalmico diretto dal dr Lucio Buratto.
La maculopatia è malattia che colpisce la retina, nella parte più importante per la visione cioè quella centrale, chiamata macula la quale consente visione distinta, lettura dei caratteri più piccoli, percezione dei colori.
Questa regione viene colpita dai processi di invecchiamento, di degenerazione maculare DM che generalmente ha andamento progressivo.
Frequente, quale effetto di non buon controllo del diabete la retinopatia diabetica.
La degenerazione maculare, che di solito compare dai 60 anni di età in poi, è causa più frequente di cecità legale nel mondo occidentale, colpendo 18-20% della popolazione anziana (più donne) e causando il 41% dei casi di cecità legale (OMS).
Attualmente colpisce circa 30 milioni di persone, ma si teme che entro il 2050 tale numero si triplichi.
In Italia ne sono affetti 1 milione, con più di 80.000 nuovi casi l’anno.
La DM può compromettere la capacità di compiere attività basilari della vita quotidiana, come la lettura, il riconoscimento delle persone, guidare, cucinare.
Individuati numerosi fattori di rischio: età superiore ai 50 anni, abitudine al fumo di sigaretta, abuso di alcol, vita sedentaria, obesità, ipertensione arteriosa, dieta povera di antiossidanti, familiarità. Accertata anche una componente genetica.
La lesione a livello della macula dà riduzione grave della funzione visiva centrale e la visione periferica viene conservata: il paziente non corre il rischio di divenire totalmente cieco.
Oggi la diagnosi viene fatta quasi sempre con una tomografia ottica a radiazione coerente (OCT), un esame che viene eseguito senza alcun farmaco e senza alcun contatto con l’occhio. Questa tecnica, utilizzando un raggio luminoso, mediante sezioni tomografiche (strati) – dice il prof. Francesco Bandello (pugliese), direttore Oculistica univ. e ospedale San Raffaele, Milano - permette l’analisi delle strutture retiniche e fornisce moltissime informazioni sullo stato della retina centrale e riveste un ruolo fondamentale nella sua cura.
La DM può presentarsi in due forme diverse: 1) neovascolare o essudativa o umida (10 - 15% dei casi) più aggressiva, responsabile di più del 80% dei casi di perdita visiva severa; 2) secca ad evoluzione lenta. In studio molti farmaci per la cura della DM secca; recentemente – dice il dr Lucio Buratto, direttore scient. Centro Oftalmico Milano, chirurgo oculista di fama internazionale - l’introduzione di un nuovo tipo di laser sta fornendo buoni risultati nel contrastare i danni di questa forma.
Nella terapia della degenerazione maculare umida si usano iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF (Lucentis, Eylea, Avastin) che inibiscono la formazione dei neovasi anomali La rapida tempistica nella diagnosi e nella somministrazione della terapia sono fondamentali in questa patologia.
Nonostante questi farmaci – dice Buratto - non curino definitivamente la DM di tipo umido è possibile che il paziente ottenga un notevole miglioramento visivo ed è possibile che mantenga una buona capacità visiva per molto tempo. Perché questo risultato sia possibile è necessario seguire i consigli del medico di eseguire controlli frequenti ed effettuare la puntura intraoculare ogni volta risulti necessario.
In sperimentazione la terapia laser ed il trapianto di retina.
COME VEDE IL MALATO DI DM
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