Infezioni da funghi e microrganismi: nulla a che fare per i buoni prodotti spontanei della terra. Si tratta, invece, di cattivi organismi microscopici chiamati miceti, che possono attaccare pelle, unghie, capelli e mucose e colpire chiunque, specialmente le persone con sistema immunitario debole. Il mondo clinico e "di organismi tendenti ad influenzare politiche, decisioni e comportamenti per ottenere un cambiamento positivo o per risolvere bisogni insoddisfatti chiamano a dibattere e difendersi dalle infezioni fungine invasive contro le quali urge una messa a punto della risposta sanitaria. In questa emergenza sanitaria in forte crescita, diagnosi tardiva, scarsa attenzione clinica sono fattori di resistenze e complicano la gestione delle infezioni (alcuni microrganismi sono dotati di elevate capacità di sopravvivenza anche in ambienti “estremi”, ospedali inclusi). Donde l’importanza di innalzare l’attenzione e sensibilizzazione del mondo sanitario per l’ impiego di strumenti diagnostici, molecolari e rapidi, con maggiorata integrazione tra ospedali e territorio per giungere a risultati anche in termini di prevenzione. Le infezioni fungine da Candida auris e Candida parapsilosis invasive stanno emergendo come minaccia crescente per la salute pubblica, specie in ambito ospedaliero. Esse si distinguono per l’elevata resistenza agli antifungini e per la capacità di diffondersi negli ambienti sanitari. La candidiasi invasiva, ad esempio, è grave infezione sistemica che si manifesta a livello ematico o dei tessuti viscerali profondi, il cui tasso di mortalità, nonostante le opzioni terapeutiche ad oggi disponibili, è pari al 31,4% nella popolazione generale e al 49% negli adulti ricoverati in terapia intensiva dopo un intervento chirurgico. Una minaccia incombente nei cui riguardi, di recente, la rivista di politica sanitaria Italian Health Policy Brief ha organizzato un dibattito, in Senato, per offrire un contributo all’affrontare questa sfida e formulare raccomandazioni concrete per l’innalzamento della risposta sanitaria in questa materia che, negli ultimi 15 anni, non ha visto significativi progressi terapeutici ed ha registrato resistenze assumendo dimensione preoccupante. Ad iniziare da diagnosi tardive ( uso di metodiche superate o carenza di reagenti e tecnologie adeguate nei laboratori ospedalieri). “I laboratori di microbiologia dovrebbero rafforzare le proprie capacità diagnostiche. L’impiego di strumenti diagnostici molecolari rapidi consentirebbe – dice l’infettivologo prof. Paolo A. Grossi (uiversità dell’Insubria e Asst - Sette Laghi di Varese) - diagnosi tempestive anche in contesti meno specializzati, permettendo di avviare precocemente i trattamenti e ridurre di molto la mortalità.” “…la principale problematica in Italia, è la carenza di cultura specifica a livello sanitario e dei cittadini” (prof. Marco Falcone,membro Soc. It. Malattie Infettive Coordinatore Comitato TS Intergruppo parlamentare). Altro elemento carente è l’insufficiente integrazione ospedale- territorio per gestione più efficace dei percorsi diagnostico- terapeutici. Ruolo chiave nel contrasto della resistenza assumono le associazioni dei pazienti e le organizzazioni civiche: “… abbiamo realizzato il Manifesto “Antimicrobico- resistenza: insieme ai pazienti per conoscerla e contrastarla” (V.Fava Cittadinanzattiva). I trattamenti sviluppati in terapia sono limitati e lo sviluppo allarmante di resistenze ai farmaci più comunemente usati rischia di ridurne ulteriormente l’efficacia. Necessario implementare sistemi di sorveglianza e monitoraggio del fenomeno, ridurre e prevenire le infezioni ospedaliere che possono derivare da interventi chirurgici o da immuno- compromissione del paziente.

Si tratta, invece, di cattivi organismi microscopici chiamati miceti, che possono attaccare pelle, unghie, capelli e mucose
Martedì 23 Settembre 2025, 17:27
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Nicola Simonetti
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