Per il dopo-feste, il menu è servito. Feste finite: nostalgia e rimorsi, sentimenti ambivalenti che impongono nuova condotta di vita per ovviare ai postumi, specialmente a quei chili di peso corporeo che ci si ritrova in più e che riguarda 41% della popolazione under 50 anni (quella, cioè, che più si pone il problema e che pretende di risolverlo dall’oggi al domani, bruciando i 4-6 kg. che ognuno, in media, si ritrova in più). Per fortuna, per la “prova costume” c’è tempo; quindi non c’è obbligo di fretta.
Il primo rimedio che, di solito, ci si autoimpone è la dieta stretta, severa, ai limiti della fame. Invece no. La fretta “fa i figli ciechi”. E, quindi, prima regola è la programmazione intelligente per dimagrire senza rischi aggiunti evitando di farsi carico di sensi di colpa. “Passate le feste… gabbato lo santo”. Ed ora, a noi per riprendere confidenza con il santo desco povero, parco, tradizionale italiano o, meglio pugliese (dieta mediterranea autentica che è fatta anche di indispensabile, prioritario esercizio fisico compatibile quotidiano).
Il “taglio” severo ai carboidrati non è via praticabile, anche perché questo modo di agire dà l’illusione di un dimagramento che si rivelerà solo temporaneo poiché ha fatto fuori solo liquidi e pochissimo grasso e, poi, introduce, sommessamente, la voglia matta, di difficile contrasto, del ritorno alla dieta dei dì di festa e del recupero del peso che, prima o poi, si farà sentire imperiosamente.
Il consiglio è di ordinare le ore dei pasti: prima colazione (consumata almeno a distanza di almeno 12 ore dalla cena dei dì precedente) obbligatoria, sufficiente (latte, yogurt magri, cereali integrali (pane), un frutto, 3-4 noci), caffè o tè, specie verde, non zuccherati. Pranzo: antipasto di 150 gr. di verdure fresche o minestrone vegetale, cereali pasta o riso integrali (60-70 grammi) meglio con legumi o patate, pesce (preferibile il “magro” con percentuale di lipidi di 1-3% sgombro, palombo, spigola, sogliola, il rombo, alici), o formaggio (fresco ad iniziare dalla raccomandabile ricotta), insalata, frutta. A cena (qualche ora prima di andare a letto), carne bianca (1 volta per settimana quella rossa) o pesce, frutta.
Le quantità? Presto detto: esattamente la metà di ogni solito piatto.
Consentito (per chi lo voglia) un bicchiere (metà per la donna) di vino ai 2 pasti principali. Bando a qualsiasi superalcolico (per chi abbia abusato, durante le feste, aderirsca alla "CO,OL - Dry January Challenge" “Gennaio senza alcol”), così come vietati sono dolci e dintorni. Gli orari precostituiti vanno rispettati nel limite del ragionevole possibile. Dopo cena, niente più cibo fino alla prima colazione del giorno dopo: una pausa salutare che fa bene. Altra pausa consigliabile è il digiuno di 12 ore diurne una volta per settimana durante le quali c’è libertà-raccomandazione di bere, ad libitum, liquidi non alcolici né zuccherati. La ripresa, poi, non significhi recuperare il non mangiato.
Per il lavoratore che fa la pausa-pranzo, consigliabile pane integrale con un uovo (l’uovo non più di 2 volte per settimana) o formaggio, prosciutto, oppure con spalmato di legumi cotti, tritati o schiacciati più olio extravergine di oliva), frutta che, per praticità, può essere secca).
Gli orari precostituiti vanno rispettati nel limite del ragionevole possibile. Eventuali sgarri alimentari possono essere recuperati tagliando di un’altra metà le porzioni del giorno successivo (o dei 2 giorni a seconda dell’entità della trasgressione).
Attenzione a non farsi prendere nel giro dei farmaci anti-obesità, dimagranti. Questi vanno usati se c’è patologia e, comunque, prescritti e controllati da medico competente.