“L’obesità non è una colpa individuale e neppure una condizione; essa è una malattia e come tale deve essere trattata e curata; troppo spesso viene, purtroppo ancora, considerata come una responsabilità del singolo, una scelta di stile di vita dovuta a una scarsa auto-disciplina e a una mancanza di motivazione. Lo stigma sociale legato a questa malattia sfocia in tutti gli ambiti della vita delle persone, dalla scuola al lavoro, dall’emarginazione sanitaria alla disapprovazione sociale. Il non riconoscere all’obesità un percorso clinico‐terapeutico‐assistenziale specifico è altrettanto una forma di discriminazione” (Iris Zani, presidente di “Amici Obesi”).
Nel 2019 il Parlamento aveva approvato all’unanimità la mozione per il riconoscimento dell’obesità come malattia cronica ma, ad oggi poco si è fatto e i presidenti di tutte le società scientifiche dal podio del 4° Obesity Summit organizzato da IBDO Foundation e Intergruppo parlamentare “Obesità e Diabete” con il contributo non condizionato di Novo Nordisk, lanciano, con una “lettera aperta” ai nuovi parlamentari, il monito “promissio boni viri… ogni promessa è debito”. “L’obesità porta a una maggiore probabilità di sviluppare malattie all’apparato cardiovascolare, digerente, respiratorio e alle articolazioni. Risulta che essa causi il 44 % dei casi di diabete tipo 2, il 23 % dei casi di cardiopatia ischemica e fino al 41 per cento di alcuni tumori e sono circa 57mila le morti annuali in Italia per questa malattia… nonostante tali dati allarmanti, non è ancora stato definito un percorso di assistenza e di cura da parte del nostro sistema sanitario, l’obesità non è considerata nei LEA, nel sistema nazionale delle linee guida e nelle reti regionali di assistenza”. Lo stigma punisce la condizione di obeso in una società, spesso crudele, che si limita a 'condannare' chi è affetto da obesità”.
Nel mondo, 800 milioni di persone hanno problemi di obesità e oltre 33% di loro sono bambini. In Italia 25 milioni di persone sono in sovrappeso od obese, con particolare diffusione al Sud e nelle isole e una percentuale maggiore per gli uomini (11,8 per cento) rispetto alle donne (9,4 per cento). L’Italia (indagine “Okkio alla Salute”) è tra i paesi europei con i valori più elevati di sovrappeso e obesità nella popolazione in età scolare (20,4%) e di bambini con obesità(9,4%), compresi i gravemente obesi (2,4%). Solo II 35% delle persone con obesità (e di genitori di bimbi obesi) ha la reale percezione della propria condizione. Invece è tassativo, indispensabile che essa va curata in collaborazione con il medico di fiducia e lo specialista. Solo così si può evitare la “difficile” vita che è imposta all’obeso od al “grosso”. Negli Usa, il disappunto è tale che si fa ricorso a farmaci antidiabetici (indicato come “la nuova droga di Hollywood”) per dimagrire, ponendo a rischio ulteriore la propria salute, baypassando controlli medici, sana alimentazione e adeguata attività fisica.