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Michele Pacciano
04 Dicembre 2017
Ancora una volta mi chiedo a cosa serva.
Ma voglio darmi, questa volta, una risposta positiva.
La giornata sulla disabilità servirà, se da domani, anche uno solo dei tanti parcheggiatori distratti, indolenti,o noncuranti, non lascerà più la macchina negli spazi riservati.
Servirà, se da domani, un nuovo ristorante si preoccuperà di avere il bagno per disabili, vivendolo non solo come una gravosa incombenza, ma come un segno di civiltà, che gratifica tutti e che è un dovere per tutti.
Servirà, se da domani, tutti i luoghi pubblici, chiese, scuole, piazze, teatri musei e stadi, si preoccuperanno di avere scivoli più adeguati.
Servirà se da domani a scuola, si comincerà a non parlare più di compagno disabile, ma di compagno con disabilità.
Servirà, se da domani, si comincerà a valutare ciascuno per ciò che è, e non per ciò che ha, o rappresenta.
Servirà se da domani, la persona con disabilità sarà un uomo o una donna, Indipendentemente dalle condizioni di difficoltà.
Servirà se da domani la finiremo con il politicamente corretto travestito da pietà, se capiremo che per le persone con disabilità il lavoro è un diritto e non una concessione da elargiti come una carezza.
Servirà se da domani gli uomini e le donne con disabilità che sfileranno in silenzio per le vie di una Taranto affogata dai fumi dell’Ilva, non verranno lasciati soli.
Servirà se da domani anche la stampa se ne occuperà un po' di più.
Non tutti abbiamo le possibilità, intellettive, cognitive mediatiche di Bebe Vio. Lei è una ragazza fantastica, una grande opportunità per tutti noi, ma per molti la disabilità è la sfida quotidiana ad una propria normalità, che ognuno fatica a raggiungere. E che per ciascuno è diversa.
Servirà, la giornata mondiale delle persone con disabilità, se da domani le tante famiglie lacerate da un dramma, mai interamente accettato, troveranno politici e interlocutori più sensibili e attenti. Servirà se da domani le persone con disabilità e le loro famiglie sapranno prendere in mano le loro vite, essendo un po' più determinate e un po' meno incazzate.
Finiamola di piangerci addosso, quello è un momento, sacrosanto, anche la rabbia va rispettata e compresa ma poi bisogna crescere.
Non tutto ci è dovuto, ma tutto va conquistato.
Servirà se da domani, bandiremo la retorica da noi stessi; e ci guarderemo negli occhi.
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