Hanno chiesto il rito abbreviato l’ex sindaco di Triggiano Antonio Donatelli, sua moglie Gaetana Lanotte e il finanziere Nicola Giovanni Nitti, 52 anni, imputati nel procedimento che coinvolge decine di indagati per la presunta compravendita di voti nelle consultazioni amministrative di Triggiano e Grumo Appula e nelle regionali pugliesi del 2020. La loro richiesta è stata formalizzata nel corso dell’udienza preliminare, durante la quale la difesa ha anche depositato un corposo fascicolo di nuovi atti: documenti, memorie e relazioni che, secondo gli avvocati, sarebbero in grado di scalfire la ricostruzione accusatoria formulata dalla Procura. Tutti gli elementi consegnati in aula saranno ora sottoposti a un esame approfondito da parte dei magistrati della Procura di Bari.
Al centro dell’inchiesta c’è un presunto sistema di condizionamento del voto che gli inquirenti ritengono sia stato orchestrato dall’imprenditore Sandro Cataldo. Un meccanismo capillare, che sempre secondo l’accusa avrebbe operato per alterare il risultato di tre appuntamenti elettorali: le comunali di Grumo Appula del settembre 2020, quelle di Triggiano dell’ottobre 2021 e le regionali pugliesi del 2020. L’obiettivo sarebbe stato quello di garantire una rete di consensi attorno a candidati vicini a Cataldo, tra cui l’allora aspirante primo cittadino di Triggiano, Donatelli, alcuni candidati al consiglio comunale di Grumo e soprattutto la moglie dell’imprenditore, Anita Maurodinoia, poi eletta al Consiglio regionale.
Secondo l’impianto accusatorio, la macchina del consenso si basava su un sistema di acquisto del voto: 50 euro per ogni elettore, oppure, in alternativa, la promessa di un «favore» o di un possibile posto di lavoro. Gli elettori, sempre secondo gli investigatori, venivano schedati con copie di carte d’identità e tessere elettorali, inserite in un database che avrebbe permesso di controllare chi avesse accettato il pagamento e verificare la fedeltà del voto il giorno delle urne.
In questa rete, Donatelli sarebbe stato il beneficiario diretto della presunta operazione di voto di scambio a Triggiano, mentre Nitti, secondo la Procura, si sarebbe impegnato personalmente a raccogliere preferenze per la moglie Angela Melo, poi effettivamente eletta in una lista civica a sostegno di Donatelli e nominata presidente del Consiglio comunale. Le accuse spaziano dal voto di scambio alla corruzione, passando per calunnia e falso, contestati a vario titolo ai diversi imputati.
Il giudice per l’udienza preliminare, Chiara Maglio, ha rinviato la discussione al 6 marzo 2026, data nella quale saranno esaminate le posizioni di chi ha chiesto il rito abbreviato e la Procura presenterà le proprie valutazioni sui documenti depositati dalla difesa. Fino a quel momento, resteranno al vaglio degli inquirenti le nuove prove introdotte in aula.
















