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Ma il Bari ha ceduto all’uomo migliore

 
Liborio Conca

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Liborio Conca

Ma il Bari ha ceduto all’uomo migliore

Claudio Ranieri ha appena vinto ma sente il bisogno di redarguire i suoi tifosi per mancanza di sportività

Mercoledì 14 Giugno 2023, 06:02

10:37

Sono passati un paio di giorni, con nel mezzo l’enormità mediatica del lutto più ingombrante che potesse piombare in Italia, ma le immagini di domenica sera - il San Nicola strapieno, illuminato e pronto per una festa infine sottratta - sono ancora fresche, e dolorose per quello che poteva essere e non è stato.

Bari - Cagliari l’ho vissuta in televisione e a voce alta commentavo, man mano che passavano i minuti, e il Bari mancava qualche occasione, e il Cagliari se ne stava acquattato e sornione, e poi pure il palo e l’acquazzone a bagnare casacche, prato e tifosi: occhio, dicevo. «Occhio», e non perché volessi tirarla o fare il saputone, ma perché come tanti - ma forse non come tutti - avevo ben presente la figura di quel signore sulla panchina dei sardi, un uomo distinto e che dimostra da sempre qualche anno in più rispetto a quelli che effettivamente ha (José Mourinho più di dieci anni fa, lo chiamò, sprezzante e di certo poco grazioso, volendogli dare del bollito, «settantenne»; quel signore settant’anni li ha adesso, e bollito non lo è manco per scherzo).

Un allenatore dalle mille battaglie, condite da una manciata di imprese. E se è lampante che avremmo voluto commentare un finale diverso, se facessimo lo sforzo di contare fino a dieci e smaltire la delusione (facciamo fino a venti? A trenta? Fate voi), allora concluderemmo in tutta onestà che se proprio sconfitta doveva essere, sia pure in questa modalità calcisticamente horror, be’, lo è stata contro la persona con cui valeva la pena farlo. Testaccino doc, Claudio Ranieri, talmente tanto da meritarsi un soprannome che più testaccino non si può: Er Fettina, perché il papà, il sor Mario, possedeva una macelleria nel cuore del quartiere popolare che costeggia il Tevere, al di qua di Porta Portese. Da quelle parti è molto probabile crescere con la Roma nel cuore, considerando che lo storico campo dove i giallorossi disputarono i primi campionati sorgeva proprio a Testaccio (a progettarlo fu Silvio Sensi, il padre del futuro presidente della Roma Franco); e fu proprio con la Roma che il giovane Claudio esordì in serie A, negli anni Settanta. Da Roma si trasferì prestissimo a Catanzaro, dove ottenne una promozione dalla B e si guadagnò il record tutt’ora imbattuto di giocatore con il maggior numero di presenze in serie A per la squadra calabrese.

Quella di Catanzaro, da giocatore, fu l’unica promozione nella massima serie. Da allenatore, Ranieri - uno di quei tecnici che si usa definire giramondo, a vedere il numero di club allenati tra Italia, Spagna, Grecia e Inghilterra - ne ha ottenute tre; l’ultima sappiamo come e quando. Trent’anni fa, la prima, sempre a Cagliari; e poi con la Fiorentina, a metà anni Novanta, con il lusso di allenare in B un certo Gabriel Batistuta. Era l’ottobre del 1993 e al San Nicola i viola di Ranieri passarono contro il Bari guidato in attacco da Protti e Tovalieri; io c’ero.

Ha guidato anche Inter, Juventus e l’amata Roma, rischiando di spezzare il triplete di José Mourinho; ma l’impresa che gli vale la leggenda è quella di Leicester, quando nel 2016, con una squadra neopromossa, vince in maniera inaudita la Premier League contro le corazzate che dominano il calcio europeo da anni.

E adesso mettiamo in fila l’ultimo destino del sor Claudio. Quest’anno il Catanzaro è tornato in B, il Leicester è scivolato invece nella seconda divisione inglese, sancendo la fine definitiva del ciclo d’oro culminato con la vittoria del 2016. E lui ha riportato il Cagliari in A, passando, ahinoi, dal San Nicola. Ma guardando le immagini di un allenatore che ha appena vinto e sotto la pioggia sente il dovere di redarguire i propri tifosi per mancanza di sportività, invitandoli ad applaudire gli avversari, sconfitti; ecco, riguardando quelle immagini, contando fino a dieci viene sì da pensare che se proprio dovevamo perdere, abbiamo perso contro l’uomo migliore con cui farlo.

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Liborio Conca

Roma, Sud

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La Puglia è uno stato d'animo. La si ritrova ovunque anche nella Capitale: ed ecco che tra ulivi sempiterni e luoghi del cuore si possono scovare angoli pugliesi anche a Roma.

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