L’armocromista della Schlein, le pulizie di casa Bocci - Chiatti, l’Uno Maggio Libero e Pensante di Taranto. Il fil rouge che unisce queste storie che in apparenza non hanno nulla a che vedere l’una con l’altra sono sempre loro, i tanto amati social. Qualcosa di positivo c’è: abbiamo scoperto cosa vuol dire armocromista, ampliando il nostro lessico come Elly Schlein ha fatto con il suo armadio (e occhio, che in questa semplice boutade c’è sempre un pizzico di delegittimazione del ruolo di una donna al potere, così come accade, per par condicio, alla Meloni); una intera settimana a parlare degli abiti della leader del Pd, del costo della consulenza di un’armocromista, della palette di colori passata dall’eskimo marrone delle feste all’Arci al Barbour verdone dell’ultima collezione che fa figo come negli anni duemila.
Negli ultimi giorni abbiamo anche scoperto chi porta i pantaloni in casa Chiatti - Bocci (anche qui per parità invertiremo ogni citazione Bocci - Chiatti e Chiatti - Bocci), chi li stira, chi lava i pavimenti, e chi decide a casa sua quella che è la separazione dei compiti senza dover pensare necessariamente di mandare al mondo messaggi di parità di genere.
Un dialogo amichevole e spensierato in Rai con Mara Venier sulle abitudini della coppia è divenuto sui social il manifesto programmatico della famiglia tradizionale degli spot anni ‘70, quelli con una donna sorridente con una decina di figli al seguito che devastano la casa, che accoglie il marito che rientra dal lavoro, dopo un’oretta al bar con gli amici e una puntatina dall’amante. “L’uomo che fa il letto o lava i piatti mi uccide l’eros” ha detto testualmente: sarà libera Laura Chiatti di avere i propri gusti in fatto di eros? Avreste preferito “amo mio marito quando lava i piatti e pulisce lo scarico del water”?
Le fan di Marco Bocci avrebbero atteso la Chiatti sotto il portone di casa per un chiarimento sui loro sogni erotici, anch’essi devastati come la casa della signora con dieci figli dello spot di cui sopra. E comunque Laura non si è espressa su chi stira, chi lava i vetri, chi passa l’aspirapolvere. Tutte queste informazioni verranno svelate nella seconda stagione della serie. C’è poi la delusione dell’Uno Maggio Libero e Pensante a Taranto, una festa meravigliosa con tanti artisti e tanto pubblico rovinata purtroppo dalla pioggia e dal vento. I direttori artistici Michele Riondino, Roy Paci e Antonio Diodato, che hanno portato un concerto totalmente autofinanziato (a differenza di quello di Roma) negli ultimi anni ad essere secondo in Italia solo a quest’ultimo.
Nel tardo pomeriggio hanno cercato di salvare il salvabile spostando il concerto allo Spazioporto: per pochi intimi? A pagamento con cash e senza carte di credito? Stile school party delle superiori? La storia non è ancora chiara. Chi fa può commettere errori; E se anche ci fossero stati, l’ultima edizione non può rovinare quanto fatto dal 2013 dal trio Paci - Riondino - Diodato. L’armocromista, l’eros di Laura Chiatti, l’Uno Maggio di Taranto. Loro vivono e fanno cose, noi seduti dietro un pc, ancora con la copertina sulle gambe per una primavera che stenta ad arrivare, sui social, come sempre a commentare.