Fra parenti celiaci, intolleranti al lattosio, allergici alla buccia della melanzana e semplici difettosi che vogliono il passato di lenticchie perché non sopportano la consistenza del legume, vi consiglio di iniziare a pensare al pranzo di Natale con i parenti. Lungi da me provocare ansia, ma le tradizioni stanno mutando e bisogna essere al passo con i tempi che cambiano. Ci siamo appena lasciati alle spalle il black friday e il cyber monday tanto amati dai piccoli esercenti che hanno visto sfumare l’ultima possibilità di guadagno in questo periodo dell’anno, dovendo concorrere con piccole startup come Amazon, Zara e Temu. I negozi di vintage e second hand (se lo pronunci in inglese è cool, in italiano “roba usata” non è cool) ridacchiavano alle loro spalle fino allo scorso anno, poi è arrivato Vinted. In questa guerra del marketing per dividersi il nostro potere d’acquisto, termine che visti i tempi dovrebbe aggiornarsi in “impotenza d’acquisto”, il segno che i tempi stiano cambiando è dato dall’albero di Natale.
Solitamente il giorno dell’Immacolata era la data perfetta per un pranzo con i parenti, il prequel di quello che sarebbe stato il tipico Natale con lo zio ubriaco di grappa sul divano, sottofondo di “All I want for Christmas is You” della plurimilionaria Mariah Carey (Cr7 deve continuare a far gol a quarant’anni in Arabia, lei con una canzone del 1994 può acquistare dieci Ferrari all’anno), figli, nipoti e parenti tutti a preparare l’albero di Natale, e per i più volenterosi anche il presepe. Oggi invece vediamo alberelli addobbati già belli e pronti nelle case, mentre per strada aleggiano venti gradi e turisti in pantaloncini e ciabatte per le vie delle città turistiche, che fa molto natale a Rio, ma al posto di Michelle Hunziker hai una zia che non ha mai conosciuto un nutrizionista e una palestra a fare i panzerotti e le orecchiette. Ma panzerotti come? Con la mozzarella senza lattosio e senza glutine, l’impasto con farina di Kamut e senza pomodoro perché c’è un parente allergico. Un panzerotto senza panzerotto, in pratica. È tempo dunque di pensare al pranzo di Natale? Si, e siamo anche in ritardo.