BARI - La Regione ha la competenza di dettare norme in materia di organizzazione dell’attività intra-moenia dei medici, se lo fa per ridurre il carico delle liste d’attesa e dunque per migliorare i servizi. È questo in sintesi il parere dell’ufficio legislativo del Consiglio regionale sulla proposta di legge presentata da Fabiano Amati (Pd), che mira sospensione temporanea dell’attività libero-professionale dei medici se la lista d’attesa è troppo lunga, oltre che sulla istituzione del responsabile unico delle liste di attesa in ogni singola Asl.
La proposta di Amati (sottoscritta anche dai consiglieri Cera, Colonna e Mennea) ha scatenato reazioni forti da parte dei medici, che l’hanno ritenuta un attacco all’autonomia professionale ritenendola anche contraria al quadro normativo nazionale. Ma l’Atn (la scheda di analisi tecnico-normativa) predisposta dal Consiglio regionale è di parere opposto: «L’attività libero professionale - si legge nel referto - deve essere erogata nel rispetto dell’equilibrio tra attività istituzionale e libero professionale. L’articolo 22-bis del decreto legge 223/06 ha affidato alle Regioni il compito di controllare le modalità di svolgimento dell’attività intramoenia dei dirigenti sanitari, stabilendo un limite, in termini quantitativi, all’attività libero professionale». Insomma, la Puglia può fare come l’Emilia Romagna che ha introdotto (ma senza mai applicarle) misure simili per regolamento.
Il disegno di legge era stato presentato a gennaio, con il suo contorno di polemiche, ed era stato in qualche modo parcheggiato in attesa delle elezioni Politiche, per evitare che diventasse un argomento di campagna elettorale. Ma adesso la questione torna all’ordine del giorno. «Ora che tutti gli oneri burocratici sono stati assolti - dice infatti Amati - ho scritto al presidente della commissione sanità per l’immediata calendarizzazione della proposta, perché quello delle liste d’attesa è un argomento che non può attendere. Mi auguro che ci sia subito l’esame in Commissione e l’invio al Consiglio regionale. Il testo è aperto a tutte le proposte migliorative, purché l’intento migliorativo non si sveli con l’espressione del “ben altro è il problema”, notoriamente utilizzato per resistere al cambiamento, alla sfida e alla responsabilità». Dal monitoraggio della Regione emerge una attesa media di 64 giorni per una visita o un esame strumentale negli ospedali pugliesi, contro i 6 giorni per ottenere quella stessa prestazione, nella stessa struttura, scegliendo un medico a pagamento. [red.reg.]
LA REPLICA: INTRAMOENIA NON INFICIA ATTIVITA' ISTITUZIONALE
«Il consigliere Amati vuole fermare l'attività intramoenia dei medici, noi pensiamo che in questo modo si favorisca il privato puro privando il pubblico anche di quella quota sostanziale di proventi per le aziende sanitarie». E' questa la replica di Franco Lavalle, segretario regionale Ussmo (Universo Sanità Sindacato Medici Ospedalieri) che parla di «caccia alle streghe».
«Abbiamo più volte ribadito - si legge in una nota - che l'attività intramoenia è fatta al di fuori del l'orario di servizio e che non inficia assolutamente l'attività istituzionale. Che i medici svolgono la loro attività istituzionale nel loro orario rispettando i tempi necessari per le prestazioni che il cup predispone e lavorando anche oltre l'orario di servizio. L'attivita' intra moenia è invece una modalità per scegliere il professionista da cui farsi visitare o per saltare le liste di attesa.Ho più volte ribadito - aggiunge - che il problema è strutturale. Il blocco del turnover non consente di avere medici a sufficienza per le visite e gli esami e, pertanto, le code si allungano. E porto il solito esempio a discarico: se un solo sportello ha dieci persone in coda, l'ultimo arriverà a meta dopo un'ora, se gli sportelli fossero due gli ultimi arriverebbero a meta dopo mezz'ora».
















