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«Anziani di Puglia»
Paure per pensioni
e lavoro di figli e nipoti

 
Rita Schena

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Rita Schena

CGil

Lunedì 03 Luglio 2017, 20:02

BARI - Un timore crescente per la mancanza di lavoro di figli e nipoti e per le proprie difficoltà economiche dovute a pensioni troppo basse, per la salute e in particolare per le lunghe liste di attesa, per la propria sicurezza e sfiducia nella politica. Sono le principali preoccupazioni degli anziani pugliesi emerse dalla video-inchiesta commissionata dallo Spi Cgil Puglia (Sindacato Pensionati Italiani) e realizzata dal sociologo Leo Palmisano per la cooperativa Radici Future Produzioni. L’inchiesta, fatta in 14 città pugliesi su un campione di 200 anziani, è stata realizzata attraverso interviste con domande su paure, futuro, economia, criminalità, città e territorio ed è stata presentata oggi alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Dalla ricerca emerge che «la solitudine è una delle peggiori forme di povertà. Quello che è avvenuto negli ultimi anni con i tagli alla spesa sociale ha contribuito ad alimentare le forme di esclusione» ha detto il segretario Spi Cgil Puglia, Gianni Forte, ricordando che «per la prima volta nella storia dell’umanità le persone di età superiore ai 65 anni superano i bambini con meno di 5 anni». In Puglia le persone anziane sono più del 22 per cento dell’intera popolazione e il 60 per cento di loro vive con pensioni sotto i 500 euro.

«Le politiche per l’invecchiamento attivo - ha detto Forte - devono entrare a pieno titolo nell’agenda del governo regionale. Serve un segnale di attenzione, ma anche risorse e sostegno. I nostri anziani sono una risorsa perché sostengono le famiglie ma in cambio ottengono servizi che non funzionano, come nella sanità».

Sul taglio ai sevizi socio sanitari è intervenuto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che ha parlato di una Puglia «figlia di un Dio minore. Il Fondo sanitario nazionale annualmente ci destina 600 milioni meno dell’Emilia Romagna, regione a noi simile, e operiamo con 15mila addetti in meno. C'è bisogno di un riequilibrio anche perché stiamo applicando le leggi, mettendo a posto i bilanci. Avrei fatto a meno di chiudere ospedali ma il 60 per cento dei pugliesi va in undici ospedali e abbiamo ancora 31 strutture ospedaliere per quattro milioni e mezzo di abitanti. Non sono pochi». Emiliano ha poi ricordando che «la Regione sta investendo 400 milioni di euro nei presidi territoriali di assistenza e sarà un intervento che aiuterà anche a decongestionare anche l’emergenza urgenza».

Alla presentazione della video-intervista nel cinema Galleria di Bari ha partecipato anche il segretario nazionale Spi Cgil, Ivan Pedretti. «Questa ricerca rappresenta uno spaccato dell’intero Paese. Governo e politica dovrebbero affrontare questi temi con più attenzione. - ha detto Pedretti - La percezione del modo di gestire la sanità ha un peso forte. Si chiudono gli ospedali ma non si attivano i centri di assistenza territoriale. A questo gli amministratori devono rispondere. Se si vuole cambiare davvero va ricostruito un sistema di protezione sociale vicino alle persone e il primo intervento è la prevenzione, che significa far stare bene le persone e risparmiare su sanità e farmaci».

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