«Su Instagram mi arrivano messaggi che dicono che sul palco parlo poco. Molti già lo sanno, ma io ve lo dico lo stesso: questo sarà un concerto di molte canzoni e poche parole». E la «ricetta» di Ultimo funziona, perché è un San Nicola pieno all'inverosimile quello che ieri sera ha cantato dalla prima all'ultima frase la lunghissima scaletta dell'ultima data del tour 2025 del cantautore romano, che ha frantumato ogni record, compreso quello del concerto italiano più grande di sempre che lo attende al varco il 4 luglio 2026 nella sua Roma, a Tor Vergata, 250mila biglietti polverizzati in tre ore. Ma intanto il 23 luglio 2025 resterà una data scolpita nel cuore dei fan, specialmente pugliesi, che hanno assistito al capitolo finale di un viaggio che ha consacrato ancora una volta Ultimo come uno degli artisti più amati della scena italiana contemporanea.
Che possa piacere o meno, la sua forza narrativa è evidente: le oltre 50mila persone presenti hanno trasformato l’arena progettata da Renzo Piano in un mare di luci, cori e abbracci. L’imponente scenografia – 65 metri di palco per 24 di altezza, con una passerella di 30 metri a forma di chiave, simbolo indelebile della sua carriera – ha reso l’evento un vero spettacolo cinematografico, amplificato da 900 metri quadrati di led e più di 600 fari che illuminavano il cielo barese. Sul palco, Ultimo non si è risparmiato: «Ti dedico il silenzio», «Rondini al guinzaglio», «Alba», «I tuoi particolari», «Sogni appesi», e il suo «popolo degli ultimi» lo prende per mano e lo accompagna nota dopo nota, coinvolto anche grazie a una band di altissimo livello – tra gli altri Joel Ainoo, Jacopo Carlini, Mylious Johnson, Silvia Ottanà e una sezione di fiati e archi.
La capacità di costruire una comunità, un rapporto diretto e sincero con chi lo ascolta: questo probabilmente il suo segreto, che rende ogni suo concerto quasi un rito collettivo, una celebrazione dell’amore, della fragilità, della speranza. E non gli interessa piacere a tutti: i suoi fedelissimi lo seguono con rigore, gratitudine, con il bisogno di credere ancora in qualcosa. In una favola, nella sua, che si è dimostrata ancora una volta una realtà che cresce e conquista a ogni passo.