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«Babilonia», il nuovo disco del salentino Antonio Castrignanò

 
Redazione online

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Ospiti: Sona Jobarteh, Mercan Dede, Enzo Avitabile, Don Rico e Badara Seck

Mercoledì 16 Febbraio 2022, 12:53

LECCE - 

Esce il 18 febbraio «Babilonia», il nuovo disco del salentino Antonio Castrignanò per Ponderosa Music Records.
Figlio dei millenni e della taranta e lucido interprete del presente, Castrignanò è musicista, cantante, autore di estasi e trascinatore, un giovane ciclope che usa metà della sede cento braccia per suonare i tamburelli e metà per salutare i giganti al di là dell’orizzonte, abbracciarli e ospitarli come re stranieri nella sua piccola patria.


«Babilonia» è il nome che ha dato a questa sua geografia musicale. «E' un viaggio corale fuori dai confini salentini alla scoperta di lingue e culture differenti, con la voglia di raccontare se stessi e conoscere la storia altrui - spiega Antonio Castrignanò -. Brani inediti, arrangiamenti originali, nuove esperienze, melodie e ritmi che si intrecciano ad anime provenienti da altri luoghi, come l’Africa Sub Sahariana, la Turchia, l’India. Babilonia siamo noi. Si parte da sud e si torna a sud, tappa dopo tappa, brano dopo brano, affrontando temi universali, natura, lavoro, amore, insieme ad artisti immensi come Sona Jobarteh, Enzo Avitabile, Don Rico e Badara Seck, Mercan Dede».


Un disco di ricchezza babilonese, con dentro tutte le lingue del mondo, a cominciare dal dialetto che affronta molti temi universali, antichi ma molto attuali: il rapporto tra uomo e natura, l’amore, il lavoro, il femminile
La musica dell'artista calimerese viene da lontano, da una lunga ricerca personale: «E’ un’esigenza individuale sempre accesa in me, quella di risalire alla fonte e riportare ai nostri giorni la musica di un antico rituale come quello della Taranta. Una musica viva e passionale che attraverso il tempo si arricchisce di sonorità, colori, volti storie, si carica di significato e si allarga al mondo diventando comunità, emozione, guarigione… luce». Ma Babilonia non è un disco di visioni all’indietro, così tipiche nelle musiche folk, anzi: «Questa non è musica tradizionale, che è già stata. Questa è la musica che sarà. Racconta i temi e i dubbi che oggi ci attanagliano con un linguaggio volutamente rivolto ai giovani».

Anche i due singoli che hanno preceduto l’album vanno in questo senso: «Taranta World» è una fantasticheria elettrica sulla pizzica, tra fiamme rituali e i suoni specchianti del contemporaneo. «Masseria Boncuri», luogo simbolo della lotta contro il caporalato, è un potente groove di corde intrecciate a percussioni che attinge alle sonorità del Mediterraneo per raccontare la realtà e lo sfruttamento nei campi salentini, pugliesi, del mondo intero. Il brano vede la pregiata partecipazione di Enzo Avitabile.


Oltre ai musicisti che da sempre affiancano e sostengono Castrignanò - Rocco Nigro, fisarmonica e sintetizzatore; Luigi Marra, voce, violino, Gianluca Longo: mandola; Maurizio Pellizzari, chitarre, saz; Giuseppe Spedicato, basso; Gianni Gelao, fiati, bouzouki, zampogna; Redi Hasa: violoncello (guest) -, il disco ospita numerosi artisti internazionali: la cantante del Gambia Sona Jobarteh, unica musicista donna a suonare la kora, ossia l’arpa africana, discendente da una famiglia Griot da sette generazioni. Il geniale musicista e produttore turco Mercan Dede, l'epico partenopeo Enzo Avitabile, la voce storica di Sud Sound System Don Rico e il cantante senegalese Badara Seck, energia vitale allo stato puro.

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