Quando «la pizzica si mangia il rock»... Locuzione impegnativa, ma a targarla è Stewart Copeland. Il leggendario ex batterista dei Police, colui che il 17 agosto 2003 a Melpignano, in qualità di maestro concertatore, diede la svolta alla Notte della Taranta con un Concertone perfetto, creato assieme al genio prog di Vittorio Cosma (Pfm), tanto da essere considerato l’edizione di riferimento da tramandare alle generazioni future. Un’edizione confluita anche in un doppio cd, prodotto da Antonio Princigalli e Ponderosa. Da quella notte la Taranta si aprì al mondo.
Accolto dalla sindaca Valentina Avantaggiato, il paese griko ha riabbracciato Copeland in occasione sia del ventennale di quel Concertone, che della cittadinanza onoraria di Melpignano. L’evento ha aperto il Locomotive Jazz Festival 2023, diretto da Raffaele Casarano e la prima edizione di «A Melpignano - Meridiano Salento», manifestazione firmata dal Comune. Non è mancato l’intermezzo calcistico con la consegna a Copeland da parte del presidente Saverio Sticchi Damiani della divisa dell’Us Lecce personalizzata con cognome e il numero 10 dei campioni. Iniziativa seguita a ruota dall’Asd Melpignano. E, chissà, se non ci sarà una sorpresa «tarantata» alla prima di campionato del Lecce vista la sintonia immediata tra Copeland e Sticchi Damiani. Inoltre, al seguito del batterista c’era una troupe internazionale al lavoro per le riprese di un documentario sul suo universo d’arte e musica.
Ieri, concerto nell’arena del Palazzo Marchesale allestita in piazza Avantaggiato con una scaletta bis della NdT 2003. Nel gruppo, capitanato da Copeland e Cosma, grandi nomi del panorama jazz e world music: Radiodervish, Ares Tavolazzi, Giancarlo Parisi, Ninfa Giannuzzi, Antonio Castrignanò, Mauro Durante, Emanuele Licci, Carla Casarano, Alessandro Monteduro, Silvio Cantoro, Pierangelo Chiga, Andrea Favatano, Sergio Fanton, Marco Girardo e Francesco Del Prete.
Nato negli Usa, infanzia a Beirut, carriera artistica in Inghilterra, co-fondatore dei Police, autore di colonne sonore, Copeland è uno dei batteristi più originali, stimolanti, innovativi e ammirati degli Anni ‘80.
Lei è un cittadino del mondo, ma qual è il suo luogo del cuore?
«L’Italia, quando torno qui mi sento a casa. Per non parlare del Salento e di Melpignano circondato da tanti amici, dai musicisti della pizzica a cui sono legatissimo. Trovo che le parti più belle siano rimaste tali e quali, ci sono più industrie magari, quelle sono meno belle da vedere, ma l’incanto è intatto».
Giusto per rimanere in tema calcistico, per chi fa il tifo?
«Non ho squadre preferite, né di basket, né di baseball, né di football. Amo solo i colori giallorossi del Lecce, già quando fui proclamato cittadino onorario di Melpignano indossai la maglietta che mi regalò Sergio Blasi (all’epoca sindaco del paese griko, ndr) e poi anche sul palco del Primo Maggio a Roma dove con me c’era l’Ensemble della Notte della Taranta che volli a Torino per il concerto della reunion dei Police. E fra tutte le chiavi della città che mi hanno dato, New York, Dallas e altre, quella di Melpignano è la più grande, la più scintillate».
Quale brano eseguirebbe per il Lecce nella prima giornata del campionato di Serie A?
«La pizzica di Santu Paulu, si può fare benissimo, però bisogna mettersi prima d’accordo con Vittorio Cosma».
Quanto i ritmi del tamburello, della pizzica, hanno influito nel suo molteplice percorso musicale, che abbraccia rock, punk, prog, jazz (il padre di Copeland, agente della Cia, era trombettista jazz, ndr), suoni etno...
«Ricordo le canzoni, le voci, i musicisti incredibili, è da loro che ho imparato i segreti della pizzica, per me è una gioia ritrovarli. E ho detto a Sergio Blasi che nel mio libro, Strange Things Happen: A Life with The Police, Polo and Pygmies (2009) le pagine migliori sono quelle dedicate a Melpignano».
La prima parola in dialetto salentino che le viene in mente?
«Unu, ddoi, trete, quattru (uno, due, tre, quattro, ndr). E vai con la pizzica».