Buongiorno Lisa, sono sposato da tre anni dopo cinque anni precedenti di relazione. Per nostra decisione non abbiamo figli, siamo felici così. Appena possibile facciamo dei bei viaggi, abbiamo una bella casa. Penso che dovrei sentirmi un uomo sereno. Ma c’è il problema che sono geloso: vivo nel timore che mia moglie possa stancarsi di me, tradirmi con un altro, o un’altra… Non so come uscire dal rovello dei miei pensieri, pensieri di cui io per primo mi vergogno.
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Grazie della sua lettera, che tocca, come si usa dire, un nervo scoperto. La gelosia: uno smacco per sé stessi per primi. Ci si vergogna di sé quando si è gelosi, perché nella gelosia non ci piacciamo, ci disistimiamo, e quel disprezzo di noi stessi e quella disistima ci imbruttiscono e ci rendono aggressivi. Questo è piuttosto risaputo, ma come sempre per le regole della vita del cuore, un conto è contemplarle in astratto, un conto è conoscerle in forma diretta e sforzarsi di seguirle dal vero, nella pratica.
Le chiedo: sua moglie si è accorta di questi suoi accessi di gelosia, e diffidenza e paura, o invece lei se li sta tenendo tutti per sé? Glielo domando perché sono convinta che una delle poche strade percorribili per districarsi dal dramma della gelosia (un dramma per sé stessi anzitutto, insisto) sia il decidere di parlarne, di condividerla con chi si ama e che, molte volte senza volerlo, in noi quello stato d’animo lo ha scatenato. Accettare la propria estrema vulnerabilità, e renderne parte l’altro: correndo il rischio di risultare pochissimo attraenti, perché poche cose ci sottraggono fascino quanto mostrarci deboli e insicuri di noi stessi.
Accettare, sfidare il destino e la forza di un affetto: esporsi, mostrarsi deboli. Perché avere pazienza con sé stessi suscita pazienza negli altri, se ci amano, se veramente tengono a noi. Perché dimostrare con dignità un alto rispetto verso sé stessi porta gli altri come per contagio a rispettarci.
Non viva di nascosto questa sua gelosia, come un lato oscuro da non lasciar trapelare, un lato ombra da lasciare in ombra. Così continuerà a esserne manovrato, manipolato, guidato. Piuttosto invece esprima a sua moglie la gelosia che prova e da cui è ossessionato.
Prenda il rischio di comunicargliela, aprirsi, essere onesto nel denudarsi, mostrarsi «brutto» per via della sua poca sicurezza. Si sfidi a essere sincero, senza paura di perdere mostrandosi «perdente».
Il grande monaco vietnamita Thich Nhat Hanh, un uomo saggio e di altissimo spessore umano e spirituale (ci ha lasciato l’anno scorso) ha in più di un suo libro scritto pagine bellissime sulla forza che sa trasmettere chi ha il coraggio di raccontare la propria debolezza. La tempra di chi riesce a dire: «Sto male, mi dispiace e in nessun modo vorrei, ma sto male per te, per qualcosa di te che mi ferisce, da cui mi sento attaccato; abbracciami, per favore».
Se poi l’abbraccio arriva – l’accoglienza incondizionata di come siamo, per quel che siamo – di lì nascono fiori.
Della gelosia ci si vergogna, viene considerata eticamente scorretta, «una cosa da adolescenti» come ho letto in questi giorni in un’intervista al consorte di un personaggio politico vincitore delle recentissime elezioni.
Ma quale adolescenza: la gelosia fa parte della vita del cuore, accade nelle relazioni. Può risvegliarsi sempre, farci soffrire ogni volta di nuovo: dalla prima infanzia sino alla morte.
Sarebbe importante smettere di considerarla un’onta, una deviazione della personalità, una regressione. Darle una voce piuttosto, trovare le parole per dirla. Se l’altro ci vuol bene davvero, se un affetto è saldo, destinato a maturare e a elargire felicità, non nevrosi, anche lo scoglio della gelosia si potrà superare. Insieme. Abbracciandosi.
Importante è non flagellarsi per il fatto di provarla; accettarsi, e di lì farsi accettare. Dichiari a sua moglie i suoi stati d’animo, ne abbia il coraggio, l’onestà. Lei con molte probabilità apprezzerà quel suo spontaneo raccontarsi, quell’aprirsi con sincerità. La abbraccerà forte, troverà come rassicurarla; il vostro amore ne uscirà rinsaldato, i vostri viaggi insieme saranno più felici ancora.