Era una villa comunale di Crispiano (Taranto) che offriva una facile copertura per i giovani assuntori e spacciatori uno dei luoghi in cui avvenivano abitualmente le cessioni di hascisc, marijuana e cocaina dalla banda sgominata dai carabinieri del comando provinciale di Taranto che hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confornti di 10 indagati tra Taranto, Crispiano, Statte (Taranto), Fasano (Brindisi) e Bologna. La villa comunale era stata scelta anche perchè gli indagati potevano notare preventivamente pattuglie delle Forze dell’Ordine e quindi disfarsi dello stupefacente, prima del controllo.
Sono sei le persone finite in carcere: Marco Boccuni, Vito Caleandro, originario di Crispiano ma arrestato a Bologna, Renato Cervellera, Giuseppe Giorgio Chiarello, Cataldo Martellotta e Domenico Taurino. Gli altri 4 indagati sono stati posti agli arresti domiciliari. L’accusa a vario titolo è di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e in alcuni casi la detenzione di armi. Gli investigatori considerano significativo il linguaggio criptato impiegato anche dagli acquirenti, che ricorrevano a termini convenzionali, come quando un assuntore, per acquistare cocaina, affermava che i suoi amici erano tutti «affamati» e che per questo motivo serviva «la carne». Talvolta la richiesta o la cessione dello stupefacente veniva formulata, come «richiesta di aiuto», oppure come "richiesta di una mano».