Risolto il giallo dell'omicidio di Mimmo Dragone, il bracciante 45enne ucciso nel piccolo trullo a «Pino di Lenne», nel territorio del comune di Palagiano la mattina dell’Epifania. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Taranto e della Compagnia Carabinieri di Massafra (Ta), hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 47enne massafrese, Salvatore Bocconi, con precedenti penali, amico della vittima e ritenuto responsabile di omicidio, porto e detenzione in luogo pubblico di armi da sparo. Il presunto assassino è stato rintracciato a Taranto a bordo di un camper, nei pressi di un cantiere navale ubicato nel quartiere Tamburi.
Il corpo senza vita di Dragone fu rinvenuto la mattinata del giorno dell’Epifania, ma l’omicidio sarebbe stato commesso, stando alle indicazioni del medico legale, intorno alle ore 21 del 4 gennaio. Il bracciante fu raggiunto alla gola da un colpo di fucile calibro 16. Inizialmente si pensava che fosse stato accoltellato. Dagli accertamenti investigativi è emerso che nel corso di un tentativo di chiamata, la sera dell’omicidio, il telefono di Bocconi ha agganciato la stazione radio base ubicata a Palagiano, nella cui area di copertura ricade l’abitazione della vittima. Le telecamere hanno poi immortalato un’auto con una persona a bordo e con la lampada destra del porta targa fulminata, mentre percorreva la stradina di accesso all’abitazione di località Pino di Lenne per poi allontanarsi velocemente dopo circa 12 minuti.
Dopo l’omicidio Bocconi avrebbe danneggiato gli pneumatici della macchina in uso ai genitori della vittima nel proposito di ritardare la scoperta del cadavere. In seguito l’uomo ha smesso definitivamente di usare il proprio cellulare, rendendosi irreperibile.
In un’abitazione dell’agro di Mottola in uso al commerciante i carabinieri hanno rinvenuto, occultate in una panca all’esterno della villa, 15 cartucce per fucile da caccia calibro 16 compatibili con quella impiegata per l’omicidio.
La vittima, Mimmo Dragone, abitava da solo ormai da qualche anno nella casetta a pochi metri dallo svincolo per la strada statale 106. Qualche anno fa la sua vita, dopo un matrimonio naufragato, aveva preso una brutta piega. L’uomo aveva cominciato anche a fare uso di stupefacenti. Da diverso tempo si era trasferito da solo in campagna dove viveva in maniera molto modesta andando avanti di espedienti.
IL MOVENTE DELL'OMICIDIO - Sarebbe stato un debito che la vittima aveva con il presunto assassino, il movente dell’omicidio di Cosimo Dragone. Alcuni conoscenti del bracciante ucciso hanno riferito di un presunto debito di denaro contratto da Dragone nei confronti di Bocconi, che avrebbe fatto deteriorare il rapporto tra i due al punto da sfociare, spesso, in accesi litigi nel corso dei quali il commerciante avrebbe minacciato di morte l’amico.