Mercoledì 19 Novembre 2025 | 12:41

Crac del gruppo «D’Addario»: la procura di Taranto chiede 8 condanne

Crac del gruppo «D’Addario»: la procura di Taranto chiede 8 condanne

 
ALESSANDRA CANNETIELLO

Reporter:

ALESSANDRA CANNETIELLO

Crac del gruppo «D’Addario»: la procura di Taranto chiede 8 condanne

Rischiano fino a 5 anni amministratori, revisori e membri del cda

Mercoledì 19 Novembre 2025, 11:21

Sono 8 le condanne formulate dalla Procura nei confronti di altrettanti imputati giudicati con il rito abbreviato per l’inchiesta sulla bancarotta fraudolenta della società dell’imprenditore ed ex patron del Taranto calcio Enzo D’Addario. Rischiano fino a 5 anni di reclusione alcuni tra amministratori, membri del Cda, componenti del collegio sindacale, revisori dei conti che si sono avvicendati tra il 2008 e il 2014.

Il crac che avrebbe comportato un buco di 27 milioni di euro ai danni della svuotata company «Automarket srl» - già «D’Addario Auto s.r.l», che il tribunale ionico aveva dichiarato fallita a ottobre 2014. La condanna più alta chiesta dall’accusa è di 5 anni di carcere per l’imputato che ha ricoperto il ruolo di Amministratore unico dal 2008 al 2011, difeso dall’avvocato Raffaele Errico.

Nei confronti degli altri 7 imputati - difesi tra gli altri dagli avvocati Giovanni Vinci, Carlo Raffo - che hanno optato sempre per il rito alternativo le pene chieste oscillano da un massimo di 4 anni a un minimo di 3 anni. Ha invece optato per il rito ordinario Enzo D’Addario, assistito dall’avvocato Antonio Raffo: stessa scelta anche per altre due persone, una delle quali difesa dall’avvocato Vincenzo Monteforte. Infine solo due imputati hanno scelto la strada del patteggiamento. Parte offesa nel procedimento penale, come intuibile, la società fallita nella persona del curatore fallimentare che è assistito dall’avvocato Francesco Fusco.

Come anticipato, oltre a D’Addario sono altre 12, tra familiari dell’imprenditore e professionisti, le persone a cui la magistratura ha contestato di aver contribuito, a vario titolo, alla bancarotta societaria. Per tutti, l’accusa mossa dal pm Remo Epifani, che ha guidato l’inchiesta, è di aver sottratto oppure occultato attività aziendali in modo da danneggiare i creditori: per semplificare, secondo il magistrato inquirente beni mobili, immobili e denaro sarebbero stati trasferiti ad altre società tramite fatture di comodo, in alcuni casi per operazioni inesistenti allo scopo di evitare che potessero essere aggrediti dai creditori. Non solo.

La perizia disposta dal giudIce Pompeo Carriere ha inoltre portato alla luce che con le casse della società fallita si pagavano gli studi all’Ecole de Geneve in Svizzera, la casa vacanza di famiglia a Fata Morgana, le spese di conduzione agricola della masseria di famiglia, che nulla avevano a che vedere con lo scopo aziendale. Il perito, analizzare bilanci e documenti delle varie aziende che erano riconducibili a D'Addario, ha spiegato che «la famiglia ha creato e gestito queste società in spregio di ogni regola economica e di ogni norma giuridica. Ciò al fine di arricchirsi in danno di vari soggetti pubblici e privati tra cui l’Erario, le banche, i fornitori, i dipendenti e da ultimo la curatela del fallimento della Automarket s.r.l.. Per raggiungere tale fine delittuoso, la famiglia D’Addario si è servita di diversi suoi membri, di alcuni preposti incaricati come amministratori e di 6 dottori commercialisti coinvolti come sindaci delle varie società di capitali. Gli amministratori – ha aggiunto l’esperto – che si sono succeduti nei 10 anni hanno commesso diversi reati di natura economico-finanziaria e tributaria, con le aggravanti specifiche della ripetitività, della serialità e dei rilevanti importi di esse». Nel corso della prossima udienza la parola passerà ai difensori degli imputati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)