«Il mio posto preferito ...Il mare è l’unico luogo che mi trasmette tranquillità e serenità». Scriveva così postando una foto che ritraeva un tratto di mare, Najoua Minniti la 35enne, il cui cadavere è stato scoperto ieri a largo di Torre dell’Orso, località marina di Melendugno, in provincia di Lecce. Poche ore dopo la scoperta del cadavere anche del figlio, Elia Perrone, che tra pochi giorni avrebbe compiuto 9 anni. Diverse le foto sul profilo social della donna che la ritraggono insieme al figlio. Momenti di spensieratezza e allegria. Ieri, però, il dramma. Alcuni vicini raccontano che nei giorni scorsi, la donna sembrava serena e sempre affettuosa con il figlio.
Ecco le immagini del giorno dopo la tragedia: la scuola del piccolo Elia è chiusa, c'è solo silenzio e sgomento nel paese salentino.
Un mazzo di roselline bianche è stato deposto dal nonno paterno davanti all’abitazione in via Montinari a Calimera dove è stato ucciso dalla mamma, Najoua Minnito, il piccolo Elia Perrone, di 8 anni. Il nonno Fernando era visibilmente commosso e non ha voluto parlare con i giornalisti.
LO ZIO DI ELIA: LA MAMMA LO MALTRATTAVA
«C'era astio tra mio nipote e l'ex moglie. Lei non è che non stava bene, lei è sempre stata un tipo sui generis», ha invece affermato Brizio Tommasi, lo zio del papa del piccolo Elia Perrone, il bambino di otto anni di Calimera ucciso dalla mamma, Najoua Minnito, che si è a sua volta suicidata gettandosi in mare. «Erano separati da due anni, avevano già avuto la sentenza dei giudici di affidamento congiunto. Vivevano in case diverse». «I servizi sociali e la scuola dovevano intervenire per chiedere al bambino: 'Come stai con la mamma? Ti trovi bene a casa? Come stai con papà? Il bambino era intelligente e sveglio. Il bambino lo avrebbe detto, così come lo diceva ai nonni. Lei lo maltrattava, gli diceva sei 'una merda». Queste sono cose che devono far pensare a tutti».
Il papà di lei è turco e i genitori abitano in Calabria. Mio nipote - racconta Tommasi - faceva l’infermiere professionale in un ospedale a Parma e lì sono incontrati, hanno convissuto insieme, poi hanno avuto il bambino. Mio nipote non aveva mai pensato ad un epilogo di questo tipo, altrimenti avrebbe preso provvedimenti».
- «Ho appreso la notizia mentre guardavo il telefonino. Si diceva che una signora era stata trovata in mare da un sub a Torre dell’Orso. Il sommozzatore ha avvisato i carabinieri. Si pensava che la donna fosse di Calimera, ma non sapevano il nome. Poi hanno trovato la sua auto, sono risaliti al suo nome ed hanno avvisato i famigliari. Ma mancava il bambino. Gli investigatori erano convinti che mamma e figlio si fossero buttati entrambi in mare, quindi i sub dei Vigili del fuoco stavano cercando il bambino a Torre dell’Orso, dopo aver trovato la mamma». Lo spiega Brizio Tommasi, lo zio del papà del piccolo Elia. «Poi il bambino è stato trovato morto in casa», conclude l’uomo.
















