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Riti, con la «bussata» cala il sipario a Taranto

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Riti, con la «bussata» cala il sipario a Taranto

Ai Misteri in Città vecchia una grande folla in via Garibaldi, ma deserto in via Duomo

Domenica 20 Aprile 2025, 06:00

TARANTO - Via Garibaldi come un fiume di gente e via Duomo semideserta. È forse l'immagine più emblematica della processione dei Misteri tornata in Città vecchia per celebrare i 350 anni dalla fondazione dell'Arciconfraternita del Carmine. Sono forse state due le processioni quelle vissute nella notte tra venerdi e sabato dai tarantini e i confratelli. La prima vissuta con una folla oceanica: via Garibaldi si presentava come un mosaico umano su cui sembravano galleggiare gli otto simulacri portati in corteo dal sodalizio carmelitano. Anche l'uscita dalla chiesa del Carmine è stata accolta come sempre dal pienone di piazza Giovanni XXIII: un numero di fedeli, appassionati, curiosi e turisti che è cresciuto nazzicando anche sul ponte - con la bellezza dell'Amerigo Vespucci a fare da sfondo - sulla discesa Vasto. Fino, appunto, a via Garibaldi quando diverse decine di migliaia hanno occupato lo stradone che costeggia il mar piccolo: tutti hanno accompagnato i confratelli, i simboli e le statue dei Misteri fino alla chiesetta di San Giuseppe. Poi qualcosa è cambiato: l'accesso alla postierla Via Nuova e a via Duomo era consentito solo a qualche centinaio di autorizzati e la gente è scomparsa.

E così l'uscita della processione dopo la sosta a San Cataldo è stata abbrecciata da uno sparuto numero di persone. Immagini ben lontane da quelle del 2015, quando per la prima volta dopo 49 anni, il corteo de Venerdi Santo decise di fare tappa nel borgo antico per festeggiare il 250esimo anniversario della donazione di Gesù Morto e dell'Addolorata. L'organizzazione dell'evento è sta, come allora impeccabile: il personale della confraternita carmelitana ha saputo ripetere la bellezza proposta un decennio fa, ma questa volta, nella strada verso il ritorno al Carmine c'era poche decine di persone a gustarlo. La misure di sicurezza imposte dalle autorità alla congrega hanno impedito il «bis» del 2015.

Le tradizioni, però, sono rimaste immutate. Come i tre colpidi bordone con cui il troccolante ha riaperto il portone della cheisa del Carmine e consentito al lungo corteo dietro di lui di tornare a casa: con un po' di ritardo sul tabellino di marcia, la guida della processione ha “bussato” alla grande struttura in legno che poco dopo si è spalancato: i Misteri sono tornati a riposare e l'attesa per la Settimana Santa 2026 è già cominciata.

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