«La mancata partecipazione al voto del comune capoluogo, a causa del commissariamento del Municipio, mi spinge ad offrire la mia disponibilità a candidarmi alla presidenza della Provincia. E questo anche, se così lo possiamo definire, per un obbligo morale verso gli altri territori visto che, dopo Taranto, guido il centro più popoloso dell’area ionica». Lo dichiara alla Gazzetta, il sindaco di Martina Franca, Gianfranco Palmisano. L’esponente del Partito democratico di più non afferma, ma conferma che «ho dato la mia disponibilità ai colleghi sindaci che si riconoscono nei partiti e nei movimenti civici progressisti, riformisti e moderati che fanno parte della coalizione di centrosinistra. Dopo Pasqua, evidentemente, verrà assunta una decisione. Sono convinto che - ha osservato concludendo il primo cittadino martinese – troveremo al nostro interno. o magari anche con la mediazione dei partiti, la giusta sintesi. Ripeto, sono disponibile a candidarmi, ma sono un uomo di squadra e quindi attendo le decisioni che verranno collegialmente assunte. Non sarò di certo io la causa di una spaccatura». Le dichiarazioni del sindaco di Martina Franca si fermano davvero qui, ma è piuttosto agevole intuire che, in realtà, facciano riferimento a due elementi precisi: gli equilibri nel centrosinistra e... Ciro D’Alò. Quella di Palmisano, infatti, non è l’unica candidatura nel campo progressista.
Da qualche settimana, infatti, sul tavolo c’è anche quella del primo cittadino di Grottaglie. Che, in una riunione di qualche settimana fa, avanzando la propria disponibilità a candidarsi ha anche sottolineato il fatto che, sinora, un intero versante della provincia non abbia mai governato l’ente di via Anfiteatro. Per la serie: toccherebbe a lui, (anche) per ragioni territoriali.
E ora, cosa accadrà? Se ne parlerà dopo le festività pasquali, ma le stesse affermazioni di Palmisano sembrano voler escludere che si arrivi ad una spaccatura nel centrosinistra. Che peraltro, sulla carta, parte in vantaggio avendo dalla propria parte il maggior numero di voti ponderati (governa i Comuni più popolosi e quindi i voti espressi da questi amministratori pesano più degli altri). Eppure, al tempo stesso, la coalizione capeggiata dal Pd non può rischiare di lasciare al centrodestra dei varchi in cui insinuarsi pericolosamente. Vietato dividersi, dunque. Nel frattempo, i sindaci progressisti stanno comunque definendo un manifesto politico-programmatico in cui ci saranno i temi da affrontare, in caso di elezione, alla guida dell’Amministrazione provinciale e che verrà reso noto nei prossimi giorni. Una volta condiviso e firmato il patto sulle cose da fare, però, i sindaci del centrosinistra dovranno però individuare, tra Palmisano e D’Alò, il loro candidato presidente.
E il centrodestra? Anche in questo caso, se ne parlerà dopo Pasqua e questo non solo per rispettare il periodo dedicato ai Riti della Settimana Santa, ma anche per le ormai prossime elezioni comunali di Taranto e Massafra che stanno impegnando i diversi schieramenti politici.
Il centrodestra, dunque. Tra i conservatori, intanto, si respira un clima d’attesa e si getta uno sguardo verso il campo avversario anche per vedere se alla fine il centrosinistra troverà la sintesi tra le due candidature in campo. Eppure, sottolineato questo e ribadito che (sulla carta) il voto ponderato pesa di più sul piatto della bilancia degli avversari, naturalmente, un candidato la coalizione lo dovrà comunque e ugualmente schierare. E allora, potrebbe essere fondata l’ipotesi che conduce sino ad Alfredo Longo (Forza Italia), sindaco di Maruggio.