TARANTO - È stato condannato a 10 anni e 8 mesi di carcere il 43enne Vincenzo Ciaccia, che era stato arrestato con l’accusa di essere l’autore dell’agguato avvenuto nella notte tra l’8 e il 9 maggio 2023 in via XXV aprile al quartiere Paolo VI in cui rimase ferito Salvatore Albano.
A deciderlo, alcuni minuti fa, il giudice Pompeo Carriere che ha accolto in pieno la richiesta di condanna formulata dalla pubblica accusa. Difeso dall’avvocato Salvatore Maggio, il 43enne aveva scelto di essere giudicato con il rito abbreviato condizionato all’ascolto del 53enne Rino Solfrizzi: l’uomo, infatti, durante alcune intercettazioni in carcere aveva incastrato il 43enne facendo scattare per lui le manette.
Quella notte Albano era arrivato all'ospedale Moscati per una ferita al braccio destro in seguito a un colpo d'arma da fuoco e non aveva fornito elementi utili per risalire al suo sicario.
Le indagini coordinate dal pm Francesco Sansobrino erano arrivate a Ciaccia grazie ai numerosi contatti telefonici tra lui e alcuni parenti di Albano nelle ore immediatamente successive all’agguato. A chiudere il cerchio erano state proprio le conversazioni tra Solfrizzi e i suoi familiari durante la sua detenzione. Il 53enne era finito in carcere perché ritenuto il custode delle armi della mala: in particolare una delle pistole trovate dalla Squadra Mobile in un blitz in un locale di via Icco era risultata essere quella utilizzata sia nel tentato omicidio di Albano sia nel far west che il 1 febbraio 2022 seminò il panico nello stesso quartiere quando, in poche ore, si susseguirono tre sparatorie e un conflitto a fuoco.
Secondo l’accusa, una volta in carcere Solfrizzi aveva cominciato a raccontare ai parenti i dettagli del blitz. Tra i sospetti di una «infamità» e lo sfogo per la detenzione, aveva poi confidato elementi che hanno permesso ai familiari di risalire all’identità del vero proprietario dell’arma e quindi anche dell’autore dell’imboscata ai danni di Albano. Una spedizione punitiva, secondo gli inquirenti, per uno sgarro maturato probabilmente per futili contrasti nel mondo degli stupefacenti: un avvertimento per Albano che aveva già alle spalle diversi anni di carcere per reati connessi allo spaccio di droga.