TARANTO - Anche a Taranto ieri si è alzato il grido d’aiuto dei lavoratori del call center Network Contacts. Astensione dal lavoro e manifestazione per dire un netto «no» al nuovo contratto di lavoro.
Lo sciopero è stato proclamato a livello nazionale di Usb che rivendica una grande adesione anche nella sede tarantina dell’azienda.
La manifestazione, invece è partita ieri mattina da Palazzo di Città, ha attraversato un Ponte Girevole deserto, fino ad arrivare in prefettura.
Dipendenti e sindacalisti sono stati accolti dal Viceprefetto a cui hanno chiesto di fare pressione sui ministeri delle Imprese e del Made in Italy e su Ministero del lavoro affinché sia aperto un tavolo di settore nazionale che salvaguardi il salario e i diritti dei lavoratori.
È iniziato tutto nel giugno scorso, quando l’associazione datoriale Assocontact (di cui fa parte Network Contacts) ha deciso di recedere dal contratto delle telecomunicazioni e approdare verso un altro tipo di accordo, sottoscritto solo con la Cisal.
«Attendiamo – ha dichiarato Francesco Marchese, Usb Lavoro Privato - che si apra un confronto serio su tutto il mondo degli appalti. Al Viceprefetto che ci ha ricevuti, abbiamo ribadito l’esigenza di fare pressing sui Ministeri, perché alle parole si dia seguito con i fatti aprendo sin da subito al dialogo costruttivo mirato a tutelare la forza lavoro che opera negli appalti, puntualmente esposta a dinamiche altalenanti e incontrollabili. La dottoressa Ruocco ha garantito che stilerà un elenco di priorità in base a ciò che le abbiamo rappresentato, e che si farà portavoce dei lavoratori presso i ministeri competenti».
Tra le misure previste dal contratto nazionale, ci sarebbe anche la riduzione delle ore di permesso che da 104 passerebbero a 48 ore l’anno, per i contratti full time. Non solo, uno dei punti più discussi, oltre all’abbassamento di circa il 15 per cento del costo del lavoro, sono il taglio di tutele come il graduale passaggio verso il non riconoscimento della malattia nei primi tre giorni e il controllo a distanza individuale. Infine, quello che i sindacati chiamano lo «smantellamento della clausola sociale», ossia i mancato obbligo di rimpiego dei lavoratori di una commessa, in caso di cambio d’appalto. Un gioco al ribasso, secondo i sindacati, che potrebbe avere delle ripercussioni in un territorio come quello tarantino dove esistono delle aziende virtuose.
«Network Contacts – recrimina Marchese – è l’azienda capofila di questo progetto che riduce le tutele dei diritti dei lavoratori. Fino dal suo arrivo a Taranto ha tentato di comprimere le condizioni salariali dei lavoratori per fare maggior profitto. Oggi c’è un problema di possibile contagio perché anche se le aziende che hanno aderito sono poche, domani qualsiasi atra azienda potrebbe decidere di applicarlo».