Domenica 07 Settembre 2025 | 21:05

Francesco Karrer: «Ecco come sarà la Taranto del futuro». In ballo anche un tunnel per Taranto Vecchia

 
FABIO VENERE

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Taranto, parla l’architetto Francesco Karrer: «Vi racconto il nuovo piano urbanistico»

L’architetto: «Vi racconto il nuovo piano urbanistico». Ieri l’assemblea per conoscere il futuro disegno della città. «L’abuso edilizio è la storia di questo territorio»

Venerdì 13 Dicembre 2024, 13:07

TARANTO - Il futuro Pug del Comune di Taranto secondo Francesco Karrer. Il noto professionista romano che sta elaborando il nuovo Piano urbanistico generale, ieri pomeriggio, ha partecipato ad un’assemblea organizzata dall’Amministrazione comunale. E, poco prima del pubblico confronto, ha concesso un’intervista alla Gazzetta.

Professor Karrer, secondo i rappresentanti degli ordini professionali tarantini (architetti, ingegneri, geometri e altri) da parte sua, nelle attività sinora svolte, non ci sarebbe stata alcuna condivisione.

«Davvero non capisco. L’anno scorso, io e la mia équipe ci siamo confrontati con loro e personalmente ho partecipato già ad alcune sedute del Consiglio comunale. E poi, li voglio rassicurare, verrà presto il loro turno».

In che senso?

«Tra gennaio e febbraio prossimi, inizierà il confronto con la cittadinanza articolata nelle sue varie forme (associazioni, organizzazioni sindacali, imprenditoriali e appunto ordini professionali). Poi, successivamente, avvieremo la definizione della parte programmatoria».

Tradotto: sarà quella la fase conclusiva del Piano urbanistico generale?

«Praticamente sì».

E quanto ci vorrà ancora?

«Dipende dai tempi della politica, io posso ipotizzare solo quelli che appartengono al mio lavoro e, quindi, esclusivamente tecnici. Dunque, da febbraio in poi serviranno ancora altri 7-8 mesi. Ecco, per l’autunno del 2025 il nostro lavoro potrebbe essere di fatto concluso ma, ripeto, l’adozione del nuovo Piano urbanistico da parte del Consiglio comunale dipenderà poi dai rappresentanti politici del Municipio».

Architetto, è vero che ha ipotizzato un tunnel per collegare la Città Vecchia?

«L’indicazione di un’infrastruttura simile spetta semmai a un Piano particolareggiato più che a un Pug e comunque mi sembra un aspetto decisamente secondario in un contesto così ampio com’è quello di cui stiamo discutendo ora».

Tecnicismi a parte, l’idea è molto suggestiva. La conferma?

«Mi sono limitato a riproporre quanto era stato già prospettato in un piano sul centro storico di Taranto redatto, più di vent’anni fa, da Oriol Bohigas (celebre architetto spagnolo ingaggiato dall’ex sindaco Di Bello, ndr). Detto questo, per rispondere alla sua domanda, sì è fattibile e del resto io stesso ho progettato il tunnel di La Spezia. In realtà, è realizzabile anche per ragioni di sicurezza».

Di sicurezza?

«Sono stato presidente del Consiglio superiore dei Lavori pubblici e quell’esperienza mi ha trasmesso un’ossessione per la definizione delle vie di fuga della popolazione in caso di calamità naturali e quindi, ad esempio, un tunnel in Città Vecchia potrebbe offrire soluzioni interessanti proprio per rispondere a quest’esigenza».

Il nuovo Piano urbanistico del Comune di Taranto targato Francesco Karrer ridurrà il consumo di suolo nel capoluogo ionico o ci saranno altre colate di cemento?

«L’indirizzo dell’Amministrazione comunale è quello di andare verso una riduzione e, in questo, ci aiuta la perimetrazione del Parco regionale del Mar Piccolo che sottrae spazi di edificabilità».

Intanto il Borgo vive una continua periferizzazione. Che fare?

«Lo decideremo nella fase attuativa. Certo, servirebbe un concreto piano di rigenerazione».

Professore, l’abusivismo edilizio presente nelle zone costiere è un handicap per ridisegnare Taranto?

«È la storia di questa città così come del resto di tante altre. E la storia non si cambia certo in un giorno. Lì bisognerà procedere con dei piani di recupero».

Il lavoro che ha svolto sinora dà qualche risposta al dibattito in corso sul comparto 32 dell’attuale Prg che si estende da Cimino sino al futuro ospedale San Cataldo?

«No, è ancora prematuro. Al momento, secondo l’attuale Piano regolatore, quella zona è edificabile e, per me, si può scegliere di fare di tutto: da un parco a un grattacielo anche perché lì non ci sono dei dirimenti (ovvero impedimenti, ndr) naturali, ma sia chiaro la mia è una riflessione solo tecnico-normativa. E comunque, un’eventuale decisione sugli assetti futuri è rimandata alla fase successiva del Piano e alle osservazioni che verranno avanzate».

Karrer, in tema di pianificazione urbanistica, lei ha una notevole esperienza anche di livello internazionale, ma elaborare il Pug di Taranto è forse più difficile rispetto ad altri comuni? La presenza sul territorio così massiccia della Marina Militare, dello stabilimento siderurgico ex Ilva, della raffineria e delle aree portuali non complica (e di molto) i suoi studi?

«Non particolarmente e poi ho già lavorato per il Comune di La Spezia, città molto simile a Taranto. Si tratta, alla fine, di avviare un confronto con enti e agenzie pubbliche che sicuramente saranno disponibili a collaborare per ridisegnare il futuro sviluppo della città. Ad esempio, l’Agenzia del Demanio sta sottoscrivendo in diversi comuni italiani il “Piano Città” in cui sta avviando dei percorsi per una diversa valorizzazione delle aree demaniali e mi risulta che presto lo farà anche con il Comune di Taranto. Ho di fronte, dunque, una missione difficile ma non impossibile».

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