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Accorpamento Soprintendenza, il «no» del sindaco di Taranto Melucci

 
Maria Pamela Giufrè

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Maria Pamela Giufrè

Accorpamento Soprintendenza, il «no» del sindaco di Taranto Melucci

«Non ridurre la presenza istituzionale: il capoluogo tra i poli archeologici più antichi e rilevanti»

Giovedì 29 Agosto 2024, 10:14

TARANTO - «La proposta di riorganizzazione degli uffici centrali e territoriali delle Soprintendenze da parte del ministero della Cultura rischia di ridurre la presenza istituzionale nella città ionica, limitando la Soprintendenza ad una semplice sede operativa e svilendone in tal modo il suo ruolo».

Lo scrive il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, in una lettera indirizzata al ministro Gennaro Sangiuliano.

Il primo cittadino non condivide affatto l’idea che Taranto possa rientrare in questo accorpamento. Se la proposta diventasse operativa, la sede dirigenziale della Soprintendenza nazionale per il patrimonio subacqueo nella città di Taranto andrebbe a confluire nella Soprintendenza di Lecce.

La richiesta del sindaco al ministro Sangiuliano poggia tra l’altro su una solida base: «L’importanza storica e culturale del polo archeologico di Taranto, uno dei più antichi e rilevanti del Sud Italia».

L’istanza vuole dunque «scongiurare quella che potrebbe rivelarsi l’ennesima mancanza di attenzione nei confronti della città che fu l’antica capitale della Magna Grecia».

L’accorpamento, inoltre, andrebbe nella direzione opposta rispetto al percorso intrapreso nella città dei due mari. «Taranto - scrive ancora Melucci - è attualmente impegnata in un ambizioso percorso di transizione economica, che include la decarbonizzazione, la rigenerazione urbana e la diversificazione produttiva. La presenza della Soprintendenza nella città è considerata cruciale per supportare questo processo di trasformazione, contribuendo alla valorizzazione del patrimonio culturale in un contesto di grande cambiamento».

Il sindaco è preoccupato anche dai «potenziali ritardi e le difficoltà che questa decisione potrebbe comportare in relazione alle procedure e all’erogazione del servizio pubblico reso. Taranto non può perdere un presidio così rappresentativo ed emblematico della sua storia», conclude Melucci. E subito ottiene il sostegno di tutti, opposizione compresa.

Gianni Liviano (Dem) precisa: «Ci sono obiettivi che vanno sostenuti in maniera bipartisan perché il loro raggiungimento è assolutamente necessario per la città. Concordo pienamente con il sindaco e faccio mia la sua richiesta impegnandomi a sostenerla in maniera convinta e appassionata».

Nelle scorse settimane, il caso ha anche meritato l’attenzione dell’onorevole Vito De Palma (Forza Italia) e del presidente della II commissione del Consiglio regionale della Puglia, Enzo Di Gregorio (Pd). I primi a sollevare la questione sono però stati i sindacalisti. In testa a tutti, Uil e Flp - coordinamento nazionale Cultura.

«Già alcuni anni fa - spiega Pasquale Nardone, coordinatore interregionale di Puglia e Basilicata per Flp - perdemmo la Soprintendenza. E per “riparare” al danno, l’allora ministro Franceschini istituì la sede per il Patrimonio subacqueo, affidando a tale Soprintendenza anche competenze architettoniche e archeologiche, svincolandoci dal giogo di Lecce. Ora, con questa modifica, si punta a ripristinare una sudditanza che non si giustifica in alcun modo considerata l’importanza del patrimonio paesaggistico e architettonico di Taranto. Come Flp e Uil abbiamo già denunciato questo tentativo a Roma. Sappiamo che negli ultimi anni la dirigenza della Soprintendenza subacquea ha brillato per la sua “assenza” e forse per questo si vuole far tornare la competenza a Lecce. Ma noi chiediamo che resti a Taranto, anche perché ora possiamo contare su Francesca Romana Paolillo che ha tutti i titoli per dirigere la sede e con la quale le cose stanno riprendendo a funzionare».

Dal 20 al 22 settembre il caso dell’accorpamento tra Taranto e Lecce sarà al centro del congresso nazionale Flp.

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