TARANTO - Le procedure per collocare gli stabilimenti Ilva «mi auguro che siano in condizione di iniziare prima della pausa agostana, così che si possano esplicare nell’arco dei successivi mesi, sulla base delle visite che sono state fatte in queste settimane da tre importanti player internazionali, e da altri attori che potranno manifestare il loro interesse». Lo ha detto il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al question time alla Camera.
«Sono in corso le procedure per l’erogazione del prestito ponte da 320 milioni da parte del Ministero dell’Economia - ha aggiunto Urso -. Le interlocuzioni con la Commissione procedono senza intoppi, e sono sicuro che le risorse arriveranno in tempo per garantire il prosieguo del programma di rilancio produttivo. Nel frattempo, i commissari possono contare sui 300 milioni del patrimonio destinato, il cui utilizzo per la continuità produttiva è stato autorizzato dal parlamento».
Per l’Ilva di Taranto, «il programma di ripresa produttiva prevede interventi manutentivi sull'altoforno 4, l’unico che abbiamo trovato in funzione, affinché in autunno sia pienamente produttivo. In autunno dovrebbe essere pienamente produttivo anche un secondo altoforno che abbiamo trovato chiuso, e dovremmo arrivare a una potenzialità produttiva di 4 milioni di tonnellate all’anno. Il terzo altoforno ha bisogno di una manutenzione più significativa, quindi di più tempo e più risorse, e potrebbe partire per la seconda parte del 2025. A quel punto, si potrebbe arrivare ai livelli produttivi di soglia di 6 milioni di tonnellate».
Sono state ammesse oggi intanto centinaia di domande di creditori, per un totale di un miliardo e 558 milioni di euro, di «insinuazione nello stato passivo fallimentare» a seguito dello stato di insolvenza dichiarato, a fine febbraio scorso, per Acciaierie d’Italia spa, la società operativa del gruppo ex Ilva.
E’ quanto emerso dalla maxi udienza che si è tenuta stamani davanti al Tribunale fallimentare di Milano, presieduto da Laura De Simone. In totale erano arrivate 981 domande e in gran parte sono state ammesse. Erano presenti all’udienza centinaia di creditori, ripartiti per gruppi omogenei, tra fornitori, aziende dell’indotto, banche, compartecipate.
L’udienza è durata diverse ore e la presidente De Simone ha esaminato le quasi mille domande e redatto un verbale di quasi mille pagine. Ora spetterà ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia predisporre un programma per liquidare, ossia pagare, i creditori.
Nel corso dell’udienza i creditori hanno potuto meglio argomentare le loro domande, ovvero quelle presentate al Tribunale negli ultimi 30 giorni. In base ad un decreto legge, tra l’altro, le imprese dell’indotto che hanno assicurato la continuità produttiva dell’ex Ilva devono essere pagate prima degli altri, ossia i loro crediti sono in «prededuzione».
In totale, erano arrivate 981 domande per una cifra complessiva di circa 1,7 miliardi di euro. Sono stati ammessi crediti in «prededuzione» per 358 milioni, crediti chirografari per circa 1 miliardo e 170 milioni e crediti privilegiati per 27 milioni. Ammessi crediti, quindi, per oltre 1,5 miliardi. Esclusi per 205 milioni.
Nelle prossime settimane (non c'è ancora un’udienza fissata) il Tribunale fallimentare verificherà anche le altre domande che arriveranno. Il termine per presentarle è di sei mesi da oggi.
Nei mesi scorsi i giudici milanesi avevano dichiarato l'insolvenza di altre quattro società del gruppo e di fatto così per tutte e cinque, tra cui AdI spa, è iniziata l'amministrazione straordinaria. Ieri, intanto, è stato nominato un consulente tecnico d’ufficio, Andrea Amatuzzi, che dovrà esprimersi sullo stato di insolvenza o meno anche della capogruppo, la AdI holding.
Il termine per il deposito della relazione è il 16 settembre. Poi, i giudici decideranno se dichiarare l’insolvenza, come chiesto dai commissari straordinari e dalla Procura di Milano.