TARANTO - Nel cimitero di San Brunone a Taranto è conosciuto «il Generale», «il potente» e addirittura «figlio di Dio». Giuseppe Cristello, classe 1968, è uno dei necrofori che si lavora nel camposanto sotto le ciminiere dell'ex Ilva al quartiere Tamburi, ma il suo nome mette paura a tutti.
Il 27 dicembre è stato arrestato nell'inchiesta Golden System della Squadra mobile che ha portato alla luce il racket imposto ai familiari dei defunti, alle agenzie funebri, ai fiorai, ai marmisti e a tutti coloro che utilizzavano i servizi cimiteriali: ognuno doveva pagare «il caffè» per tumulare una salma o per vedere realizzata in tempi brevi e in modo corretto una qualunque attività.
Alcuni mesi fa è stato l'unico a finire in carcere con l'accusa di aver guidato una vera e propria associazione a delinquere che, grazie alla vicinanza con grossi esponenti della criminalità locale, aveva trasformato il cimitero in una «cosa loro».
Nei giorni scorsi, però, una nuova tegola giudiziaria si è abbattuta sul capo del 56enne difeso dall'avvocato Andrea Maggio, e su quello di altri cinque indagati, tutti legati alla società «Dr Multiservice», l'impresa che ha gestito i servizi cimiteriali fino al 2021 quando l'appalto è stato pio affidato alla Kratos.
Truffa ai danni dello Stato, Estorsione e lesioni, Sono le accuse formulate a vario titolo dal pubblico ministero Francesco Ciardo che nelle scorse settimane ha notificato l'avviso di conclusione dell'indagine «San Brunone»...