TARANTO - Soffia il vento sul Parco Archeologico delle Mura Greche di Taranto. Anche il 2024 ha il suo Primo maggio organizzato dal Comitato dei cittadini e lavoratori Liberi e Pensanti. Un Concertone che vede un vento di musica e di parole, con temi portanti per la città di Taranto e importanti oltre le mura locali, regionali, nazionali. Perché in questa edizione si parla anche di venti di guerra, che riguardano tutti, senza distinzione di confini.
Che cosa è il vento se non un movimento di massa d'aria? Così il movimento di gente, massa colorata e multiforme che balla a ritmo di note e di pensieri.
Perché il Concertone è per distrarre e per concentrare allo stesso tempo, i contrasti non sono impossibili ma reali, il messaggio è la vera musica.
"L’inconcepibile diventa accettabile, poi ragionevole, poi legale - ricorda l'attore tarantino Michele Riondino, uno dei direttori artistici - ma questa strategia ha un problema. Basta un soffio di vento per far cadere il velo che la nasconde anche in tempi come questo, in cui di vento ne soffia poco".
E, sul vento, ironizza poi Riondino: "Di vento ne soffia poco. Tranne oggi". Perché questo 1 maggio 2024 è ventoso e il vento minaccia ma allo stesso tempo aiuta a sospendere la pioggia. Il vento sposta la terra del parco, polvere innocua, si appoggia sulle attrezzature dei lavoratori di questa giornata, al tatto non è così diversa dall'altra polvere da cui doversi difendere. Perché il vento ha un significato doppio nella città dei "Wind days". I "giorni del vento" hanno un nome poetico ma hanno un retrogusto amaro: sono stati i giorni dei venti intensi che peggioravano la qualità dell'aria nel quartiere Tamburi, giorni in cui era sconsigliabile aprire le finestre, giocare all'aperto, si chiudevano le scuole, si consigliava di evitare sforzi fisici intensi e attività sportive per bambini e anziani, per cardiopatici, immunodepressi e asmatici. Bisognava stare attenti a respirare. E come si fa a chiedere a una città di dimenticarlo?
Oltre ogni colore politico, il Concertone vede polmoni che si riempiono di aria per cantare anche se la musica non copre i pensieri.
"Non avendo e non volendo protezioni economiche dalle istituzioni - dichiara Riondino - l’anno successivo è sempre dubbio. Ma la voglia di continuare non manca, non è mai scemata”. Il vento è cambiamento, forza, contraddizione, precarietà. Tutto può cambiare.