Sabato 06 Settembre 2025 | 20:51

Droga per la movida: a Castellaneta scattano 10 condanne

 
Francesco Casula

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Francesco Casula

Droga per la movida: a Castellaneta scattano 10 condanne

Al centro dell’inchiesta c’era il 37enne Villani di Castellaneta che secondo l’accusa aveva «organizzato, in posizione di tendenziale esclusiva sul territorio, una fitta attività di cessione di sostanze stupefacenti»

Sabato 20 Aprile 2024, 20:48

CASTELLANETA - Sono 10 le condanne inflitte dal giudice Benedetto Ruberto nei confronti di altrettanti imputati che hanno scelto il rito abbreviato dopo il coinvolgimento nell’inchiesta antidroga dei carabinieri di Castellaneta che ha smantellato due gruppi che gestivano lo spaccio di stupefacenti nel comune del versante occidentale della provincia di Taranto e in zone limitrofe del territorio. La pena maggiore a 8 anni è stati decretata per Gianvito Bruno e poi 5 anni per Michelangelo Laera, 4 anni e 8 mesi per Marco Carpignano e Manuel Boccuni, 4 anni e 2 mesi per Nicola Rossi, 3 anni a Vitania Guarino, 2 anni per Antonio Caragnano, 1 anno e 8 mesi per Emanuele Alfredo Margiotta e infine 10 mesi per Simone Cassano. Per Ivan Villani invece il giudice ha inflitto una pena in continuazione con un'altra sentenza e ora l'imputato dovrà scontare complessivamente 5 anni e 8 mesi: il pm aveva chiesto di aggiungere sei anni ai 4 già rimediati, ma i difensori sono riusciti a ottenere un esito ben più leggero.

Al centro dell’inchiesta condotta dai militari dell'Arma e coordinata dal pm Vittoria Petronella c’era il 37enne Villani di Castellaneta che secondo l’accusa aveva «organizzato, in posizione di tendenziale esclusiva sul territorio, una fitta attività di cessione di sostanze stupefacenti, sia hashish che cocaina»: un ruolo di assoluto predominio secondo gli investigatori coordinati dal pm Petronella, al punto che alcuni imputati si riferivano a lui come «il direttore». In posizione contrapposta rispetto a Villani, gli inquirenti hanno individuato la figura di Michelangelo Laera, 31enne di Castellaneta anch’egli finito in cella. Tra i due sono stati infatti registrati contatti sulla gestione dei confini nell’attività di spaccio sul territorio e interventi per risolvere tensioni e scontri tra i due gruppi. Come l’aggressione ai danni di un minorenne, sorpreso a spacciare nel territorio del gruppo avversario: fu Laera, secondo quanto ricostruito dai militari dell’Arma a vendicare il gesto recandosi a Palagianello e addirittura legando mani e piedi l’indagato Antonio Caragnano, ritenuto autore dello sgarro, e trascinandolo per metri sull'asfalto.

Da quanto scoperto dai carabinieri, gli imputati, rifornendosi dalle piazze di Taranto e Bari, avevano creato una redditizia rete di spaccio di cocaina e hashish, nella zona di Castellaneta, anche grazie alla presenza di locali notturni, che ogni anno, soprattutto di estate, richiamano tantissimi ragazzi provenienti da tutta la Puglia. Lo spaccio avveniva in strada, grazie alla presenza di giovani pusher, ed anche in un appartamento. Gli acquirenti, tramite social, concordavano quantità e prezzo e poi ritiravano la droga ben nascosta sotto uno zerbino dove veniva lasciato denaro. Ora toccherà ai difensori, tra i quali gli avvocati Gaetano Vitale, Salvatore Maggio, Maria Terrusi, Pietro Putignano e Francesco Paolo Garzone, decidere se impugnare o meno la sentenza.  

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