Domenica 07 Settembre 2025 | 00:21

La kermesse Giochi del Mediterraneo, Ferrarese «chiama» il Governo

 
Fabio Venere

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Fabio Venere

La kermesse Giochi del Mediterraneo, Ferrarese «chiama» il Governo

Il commissario attende i provvedimenti attuativi, ma servirebbe un decreto legge. Il cantiere per lo «Iacovone», con l’attuale Codice, non si aprirebbe prima del 2025

Venerdì 24 Novembre 2023, 14:57

TARANTO - Giochi del Mediterraneo, ecco cosa realmente servirebbe per ridurre i tempi per le procedure (e quindi per i lavori). Già, ma che cosa servirebbe? Un decreto legge. Che magari potrebbe essere denominato «Salva Giochi del Mediterraneo Taranto 2026». O, se è troppo lungo, anche solo «Decreto Giochi Taranto», ma questo non è ovviamente un punto essenziale. È un dettaglio, ma la questione resta intatta a meno che dall’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) non si apra qualche spiraglio. Che, ad esempio, potrebbe consentire al commissario Ferrarese di andare in deroga a quanto disposto dall’attuale Codice degli appalti.

Chiaro, in questo caso, il riferimento alla possibilità di assegnare appalti oltre i 5,3 milioni di euro senza indire alcun bando di gara, ma soltanto raccogliendo le offerte di almeno dieci operatori economici. Da questo punto di vista, la strada che ha davanti Ferrarese sembra piuttosto stretta. Il Codice, infatti, prevede la possibilità di bypassare l’avviso pubblico ma solo nei casi in cui si sia verificato un fatto imprevedibile (e non è questo il caso visto che i Giochi sono stati assegnati a Taranto nell’agosto 2019) e nella circostanza in cui i ritardi non siano imputabili alla cosiddetta stazione appaltante (condizione che non riguarda il capoluogo ionico). E allora, salvo diverse interpretazioni da parte dell’Anac, è consigliabile non farsi illusioni. Per questo, l’unico strumento utile per ridurre i tempi di almeno 6 - 7 mesi è quello di varare un decreto legge che consente al commissario di assegnare gli appalti senza fare i bandi. Del resto, se così non fosse, non solo lo Stadio del nuoto ovvero le due piscine sarebbero irrealizzabili ma anche per gli altri impianti la strada sarebbe maledettamente in salita

Ad esempio, lo stadio «Iacovone» senza una riduzione dei tempi fissati dall’attuale normativa anche partendo con le procedure il prossimo 1 dicembre, il cantiere non si aprirebbe prima di gennaio - febbraio 2025 considerando tutti i periodi necessari per attendere che si perfezionino le gare per la progettazione, la vallidazione del progetto, l’assegnaziuone della proposta, le diverse verifiche previste dalla legge, l’appalto per la realizzazione dei lavori sino alla sottoscrizione del contratto. Ora se questo cronoprogramma dovesse essere veritiero (la cosa non cambierebbe se invece di febbraio 2025, l’apertura del cantiere si anticipasse a novembre-dicembre 2024), non si potrebbero realizzare tutti gli interventi previsti per l’ammodernamento dello «Iacovone». La copertura dello stadio, in queste condizioni, difficilmente si potrebbe garantire (ma solo magari a Giochi finiti) e si potrebbe pensare solo alla demolizione degli anelli inferiori dei quattro settori con la relativa riciostruzione e al rifacimento di tutti gli impianti. Per non parlare poi del centro sportivo polivalente alla «Ricciardi» e soprattutto delle piscine (che in un contesto normativo simile e considerato che è ancora in corso la Conferenza di servizi) sarebbero probabilmente irrealizzabili.

E così in attesa del decreto legge (ammesso che ci sia), di certo arriveranno entro fine mese dal Governo i decreti attuativi per assegnare ai comuni le risorse finanziarie per i vari impianti da riqualificare.

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