TARANTO - Comune, si riapre uno spiraglio che, nelle prossime ore, potrebbe diventare una via larga per riportare Francesca Viggiano all’interno della giunta Melucci. Il colpo di scena, perché tale è stato, si è verificato nella tarda mattinaita di ieri e si è materializzato nel primo pomeriggio quando è stata rinviata, aggiornandola alle prossime 48 ore, la riunione della Direzione provinciale del Pd. Che, in seduta comune con il «parlamentino» Dem cittadino, avrebbe dovuto votare in favore dell’appoggio esterno all’Amministrazione comunale. La decisione, sancita in un documento firmato dai vertici regionali del Partito democratico su cui poi si erano sintonizzati quelli di «Con» e dei Cinque Stelle, nelle premesse, avrebbe dovuto essere la diretta conseguenza o meglio la reazionre politica alla revoca da parte del sindaco del mandato assessorile conferito a Francesca Viggiano. Che del Pd, peraltro, è vicepresidente regionale. L’appoggio esterno, in effetti, sembrava cosa fatta anche se poi al tempo stesso la formula non si sarebbe poi, nei fatti, concretizzata. Anche qui, tanto per essere chiari, gli assessori Dem (Gianni Azzaro allo Sport, Mattia Giorno all’Urbanistica) e quelli di Con (Gabriella Ficocelli ai Servizi sociali) e del M5s (Mary Luppino) probabilmente non avrebbero rassegnato le loro dimissioni dall’incarico assessorile. E questo, almeno per quel che riguarda il Pd, se fosse stato confermato o meglio se si fosse poi verificato, avrebbe poi dimostrato plasticamente le divisioni interne al partito guidato dal tandem Filippetti - Tursi, senza considerare che più della metà del gruppo consiliare «Dem» non è sembrato sin dall’inizio essere favorevole ad una soluzione così traumatica.
Tutto questo, per, non è avvenuto più. È stato congelato, almeno sino a domani pomeriggio. La Direzione, ovvero il parlamentino» del Pd, non si è più riunito e quindi non ha più votato sull’appoggio esterno a Melucci (e neppure su altro, ovviamente). Già, ma per quale motivo questo è accaduto? Per dirla in politichese, in stile un po’ doroteo, tra il sindaco di Taranto (ex Pd e ora in transito verso Renzi) è iniziato un confronto politico al termine del quale dovrebbero essere ritrovate e rispolverate le ragioni dell’intesa perduta, per far sì che nonostante Melucci non stia più nel Partito democratico prosegua l’esperienza amministrativa unitaria e l’alleanza di governo senza mandare tutto in archivio, peraltro in maniera traumatica.
E già questo, evidentemente, è un primo risultato raggiunto dalle diplomazie che lungo l’asse Taranto - Bari hanno lavorato (e lavorano) affinché si trovi una soluzione. Che, però, non è semplice da individuare. In realtà, le difficoltà maggiori ce le ha proprio il sindaco di Taranto. E non tanto per la (difficile) gestione di un’eventulae riapertura delle porte della giunta a Viggiano con cui era venuto meno (sue dichiarazioni) il rapporto fiduciario, ma piuttosto per la scelta su chi rimuovere per far posto al ritorno dell’assessore Dem. Quelli a rischio sembrano essere: Laura Di Sant (Psi, Patrimonio), Gabriella Ficocelli (Con, Servizi sociali) e Fabrizio Manzulli (Taranto crea, Sviluppo economico).