TARANTO - Coinvolgere i cittadini in un percorso di democrazia partecipata dando l'opportunità di discutere sul futuro di Taranto in un laboratorio di coprogettazione finalizzato alla tutela dell'ambiente, alla bonifica, alla riconversione e al miglioramento delle condizioni di vita a Taranto. È la richiesta che Peacelink rivolge al sindaco Rinaldo Melucci e al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. «I fondi del Just Transition Fund - afferma il presidente dell’associazione Alessandro Marescotti - devono vedere il coinvolgimento dei cittadini». Il fatto che la commissaria Ue Elisa Ferreira, in visita venerdì scorso a Taranto, abbia promosso un confronto non solo con le autorità locali ma anche con gli stakehoders e i portatori di interesse «può segnare un passo in avanti - sostiene Marescotti - nella direzione di un futuro più sostenibile per Taranto e Peacelink sarà al fianco della comunità locale per garantire che questa opportunità sia pienamente sfruttata coinvolgendo le scuole e l'università perché la transizione ecologica parte dall'educazione e dalla cultura».
L’associazione ambientalista propone «che venga pianificato un seminario di dieci incontri in cui siano definite le tematiche della transizione ecologica a Taranto, con la presenza delle le scuole di Taranto e gli studenti universitari «secondo un preciso piano di scambio e di condivisione delle conoscenze, costituendo un archivio delle proposte e della documentazione strategica. Chiediamo che questo seminario - spiega Marescotti - veda la partecipazione di esponenti di ordini professionali, associazioni e di sindacati in modo da poter confrontare progetti e strategie, andando in profondità nelle questioni e affrontando in modo specifico il problema dell'arricchimento delle competenze dei lavoratori nella prospettiva di una transizione verso l'economia sostenibile».
Peacelink invoca anche «la partecipazione di esperti europei di elevata competenza e che abbiano studiato le questioni relative alla bonifica dei siti inquinati e alla riconversione, così come è ad esempio accaduto nella Ruhr».
Il JTF, osserva ancora Marescotti, «deve servire a valorizzare e formare il capitale umano. Da una parte si tratta di valorizzare le competenze dei lavoratori Ilva in esubero, di catalogarle e di formarle alla transizione verde. Dall’altra si tratta di valorizzare e formare le competenze presenti nelle scuole, nell’università e negli ordini professionali. Obiettivo del seminario è quello di far emergere un gruppo di lavoro competente, affiatato e motivato che sia in grado di affiancare le strutture istituzionalmente deputate a gestire i fondi».