TARANTO - «La città di Taranto e ogni contribuente italiano meritano di sapere subito dal ministro Adolfo Urso cosa ne è stato delle ingenti risorse pubbliche impegnate quest’anno per Acciaierie d’Italia e che avrebbero dovuto sostenere l’aumento di quote e di controllo da parte dello Stato nello stabilimento siderurgico ionico». Lo afferma il sindaco e presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo Melucci, intervenendo sulla vertenza ex Ilva.
«Ci dica - aggiunge - a cosa è dovuta questa improvvisa accondiscendenza verso l’atteggiamento di un privato come ArcelorMittal, che ha dimostrato sin qui di essere interessato solo a speculare sull'acciaio italiano, che solo altrove sta investendo nella transizione tecnologica, che continuamente crea danni incalcolabili al sistema economico, al mondo del lavoro e alla qualità della vita tarantini». Il primo cittadino chiede al ministro Urso di prendersi «cortesemente la responsabilità morale e istituzionale di spiegare chiaramente ai cittadini ionici e pugliesi cosa ne è stato dell’accordo di programma sulla prospettiva dell’ex Ilva, dopo che ce lo aveva garantito, dopo che l’altro suo collega dell’esecutivo nazionale, Gilberto Pichetto Fratin ,ha distorto i fondi del Pnrr, dopo che l’Italia è stata già condannata dalla Corte europea dei diritti dell’uomo sul punto, dopo le novità normative intervenute in ambito europeo».
E, incalza Melucci, «si potrebbe continuare con un bel filotto di obiettivi per Taranto già mancati dal Governo Meloni a poco meno di un anno dal suo insediamento, un record vergognoso». Per il sindaco «viene da ridere amaramente, quando si pensa che per vicende utili al ristoro e ad un futuro alternativo della città di Taranto, per esempio i Giochi del Mediterraneo, ancora non si vedono all’orizzonte le risorse autorizzate, né l'adeguamento della provvista promesso dal suo collega di Governo, Raffaele Fitto».
Melucci: «Ex Ilva paghi operatori portuali»
Il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci ha invitato l’Autorità di sistema portuale del mar Ionio a verificare la situazione dei mancati pagamenti da parte di Acciaierie d’Italia nei confronti degli operatori portuali. Il primo cittadino, nella lettera al presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Ionio, parla di «molteplici e sempre più critiche segnalazioni, una situazione che potenzialmente arrecherà disagio all’intero tessuto economico dello scalo ionico».
Chiedendo un aggiornamento sulla vicenda, Melucci ha inoltre ribadito che l’Authority deve «adoperarsi per rivedere le concessioni di Adi sui moli, riprendendo un concetto più volte espresso, ossia che l’industria debba arretrare rispetto al porto e alla città».
Ex Ilva: tribunale archivia querela Morselli contro Palombella
Il gip del Tribunale di Taranto ha archiviato l’inchiesta per diffamazione a carico del segretario nazionale della Uim Rocco Palombella aperta dopo una querela presentata dall’Ad di Acciaierie d’Italia Lucia Morselli in merito a dichiarazioni rilasciate dal sindacalista in una intervista al Quotidiano di Puglia del 6 maggio 2022. L'Amministratore delegato di Acciaierie d’Italia, Lucia Morselli, commenta Palombella, «ha tentato e pensato di potermi intimidire e di tapparmi la bocca di fronte a una situazione pericolosa per la sicurezza, per l’ambiente, per l’occupazione che riguarda un’azienda strategica per il nostro Paese. L'archiviazione decisa dal Gip del Tribunale di Taranto il 14 settembre scorso rappresenta una lezione di diritto e civiltà, e pone la critica sindacale, anche con toni aspri, come elemento fondamentale nella vita democratica di un Paese e all’interno delle aziende». Il leader della Uilm ricorda che «il 5 dicembre prossimo saranno 50 anni dalla mia assunzione all’ex Ilva di Taranto e da 13 anni ricopro il ruolo di segretario generale ma non era mai successo nulla di simile. Nonostante i momenti difficili e le fasi complicate, nessuna azienda si era mai permessa di denunciare le organizzazioni sindacali per una critica alla gestione. Per questo da oggi in poi sarò sempre più vicino ai lavoratori in una lotta incessante che non darà tregua all’azienda e a chi tace e permette questi atteggiamenti».