TARANTO - Associazione a delinquere finalizzata all'usura, all'intermediazione finanziaria, soprattutto all'estorsione. A volte anche col metodo. Sono quattro le persone arrestate dalla Guardia di Finanza di Taranto nell'ambito di un'indagine condotta dai militari del Gruppo agli ordini del Maggiore Mauro Nuzzo in collaborazione con militari del nucleo Gico di Lecce e con il supporto operativo di un elicottero della sezione Aerea di Bari e delle unità cinofile dei comandi provinciali di Bari, Lecce e Brindisi, che ha scombinato il gruppo criminale, la terza nel versante occidentale della provincia di Taranto che avrebbe fatto capo a Mimmo Sangiorgio detto «Mimmo u Re».
Il giudice Giulia Proto, su richiesta del pm Milto De Nozza ha disposto la misura in carcere per quattro persone: oltre Sangiorgio in cella sono finiti Ignazio De Biasi, Maria Dell'Orco e Francesco Resta.
I quattro arrestati residenti a Laterza sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere, estorsione pluriaggravata anche dal metodo mafioso, usura pluriaggravata e continuata e trasferimento fraudolento di valori. Le Fiamme gialle hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica salentina (Direzione Distrettuale Antimafia). E’ stato anche eseguito un sequestro preventivo di beni per un importo di oltre 183mila euro.
Dall’attività investigativa, avviata nel 2019, è emersa la concessione, da parte degli indagati, di finanziamenti a tassi usurari nei confronti di famiglie e imprenditori di Laterza in stato di bisogno, con l’imposizione di tassi usurari fino al 300%. In alcuni casi la condotta estorsiva tenuta da 2 degli arrestati, sarebbe stata aggravata dal metodo mafioso, consistito nelle minacce di ritorsioni e nelle aggressioni fisiche che sarebbero state attuate in danno di alcuni debitori inadempienti. A garanzia del prestito, il beneficiario del finanziamento avrebbe consegnato assegni o cambiali firmate «in bianco». Inoltre, per eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, due degli indagati avrebbero fittiziamente intestato a un «prestanome» (non raggiunto dalla misura cautelare) la titolarità di un’impresa di Laterza operante nel settore della distribuzione automatica di prodotti alimentari.
Contestualmente all’esecuzione del provvedimento cautelare sono state eseguite 20 perquisizioni personali e locali nei confronti di persone coinvolte a diverso titolo nelle indagini, residenti in diversi comuni delle provincie di Bari e di Taranto. Nell’ambito del contesto investigativo sarebbe stata anche rilevata l’operatività di una presunta organizzazione criminale, attiva tra Ginosa e Castellaneta, composta da persone non interessate dalla misura cautelare eseguita oggi, indiziate delle ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di marijuana, hashish e cocaina.