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Taranto e il neonato abbandonato, il sogno della madre : «Vorrei chiamarlo Gabriele»

 
francesco casula

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francesco casula

Taranto e il neonato abbandonato, il sogno della madre dopo l’abbandono: «Vorrei chiamarlo Gabriele»

La 24enne georgiana vuole riconoscere il bimbo lasciato vicino ai cassonetti

Giovedì 17 Agosto 2023, 13:59

14:12

TARANTO - Vorrebbe riconoscerlo, allattarlo e soprattutto vorrebbe chiamarlo Gabriele. La mamma che sabato mattina, subito dopo il parto, ha abbandonato il figlioletto accanto ai cassonetti della raccolta differenziata in via Pisanelli, ha scelto il nome per il suo bambino. Ora che la paura è scomparsa, la donna, assistita dall'avvocato Francesco Zinzi, è intenzionata a ricostruire il legame con il piccolo. Vorrebbe farlo partendo proprio dal nome: i medici, subito dopo l'arrivo del piccolo nell'ospedale Santissima Annunziata di Taranto, lo hanno chiamato Lorenzo, ma sua madre avrebbe altre intenzioni: vorrebbe chiamarlo Gabriele, come l'arcangelo che portò l'annuncio alla Madonna.

Una speranza che però, deve fare i conti con la realtà e con il sistema che il suo gesto ha messo in moto. La 24enne georgiana, infatti, non solo ora deve difendersi dall'accusa di abbandono di minore, ma dovrà superare il vaglio della Procura dei minorenni che è chiamata a stabilire se la donna è in grado o meno di offrire un futuro sereno al suo bambino. Ed è anche per questo che ieri mattina nell'ospedale ionico si è recata il pubblico ministero Maria Stefania Ferrieri Caputi che ha illustrato alla donna il percorso da compiere e anche la possibilità che lo stato italiano mette a disposizione delle donne per ricevere il supporto necessario. La magistrata ha dettagliato il percorso che la Procura dei minori, guidata dal procuratore Pina Montanaro, dovrà seguire per decidere se il piccolo potrà o meno restare con la madre. Un iter che tuttavia partirà quando la donna presenterà ufficialmente la richiesta di riconoscimento: un'istanza che la donna avrebbe voluto già fare nelle scorse, ma che per motivi burocratici non è stata formalizzata, ma la donna ha disposizione 10 giorni dal ritrovamento per inoltrare la domanda.

Intanto il bambino, che per ora si chiama ancora Lorenzo, sta bene: medici, infermieri e tutto il personale del reparto lo stanno seguendo con particolare attenzione. Il suo pianto quella mattina ha attirato l’attenzione di una passante che passeggiava con i suoi cani. Inizialmente la donna pensava al suono di un giocattolo, ma poi si è avvicinata e rovistando tra le buste ha visto il bimbo con accanto un peluche. Era avvolto in una coperta e sistemato in un sacchetto di tela. A quel punto la donna ha capito che si trattava «di una creatura in carne e ossa», come da lei stesso dichiarato ai cronisti. Ha preso il neonato in braccio e ha chiesto a un ragazzo di chiamare i soccorsi perché non aveva con sé il cellulare. In meno di cinque minuti è arrivata l’ambulanza del 118 che ha portato Lorenzo in ospedale. Contestualmente la polizia ha avviato le indagini e ha identificato la donna visionando le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona: la mamma è stata così rintracciata e interrogata dai poliziotti della Squadra Mobile ai quali ha raccontato di aver portato avanti la gravidanza da sola e di aver partorito nel bagno dell’appartamento dell’anziana, una 97enne, che assiste e dove dimora. Nella mattinata aveva sentito i dolori cresciuti fino al parto e a quella difficile separazione che ora la donna vorrebbe cancellare. La scelta delle autorità italiane quindi deciderà il suo futuro e quello di Lorenzo. O Gabriele.

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