Sindaco Rinaldo Melucci, Taranto sembra scomparsa dai radar del Governo: nessuna prospettiva certa sull'Ilva, confusione sui Giochi del Mediterraneo, archiviazione del Cis. Che accade?
«Accade purtroppo la solita schizofrenia di questo sfortunato Paese, nel quale ognuno fa tabula rasa del lavoro altrui, per pregiudizio e per partito preso, mentre le grandi trasformazioni che occorrono alle comunità richiederebbero una certa continuità e risolutezza amministrativa. Eppure gli Enti locali anche all'attuale Governo avevano fornito ogni garbata disponibilità e ogni spazio possibile nell'azione politica, con un concreto senso di responsabilità verso la terra ionica. Senza contare che la nostra programmazione è del tutto allineata alle politiche europee, dunque è un orientamento puramente amministrativo, dettato dai tempi che stiamo attraversando a livello globale, non un fatto meramente politico. Sono preoccupato e dispiaciuto, conservo una idea romantica della politica forse, ma non intendiamo mollare, mi appello al buon senso di tutti gli attori. Taranto è più importante di ogni considerazione».
Stiamo vivendo, dicono gli esperti, l'estate più calda degli ultimi decenni: possibile che non basti questo dato a spingere sulla decarbonizzazione dell'Ilva?
«Io penso che oggi essere ecologisti sia una esigenza di sopravvivenza per tutti e persino un elemento di competività dei nostri sistemi economici. Ho avuto modo di esprimere questo concetto anche alle parti sociali di recente. La transizione in chiave sostenibile e tecnologica dei nostri modelli di sviluppo, del tutto compatibile con la salute umana, è persino una opportunità per il mondo del lavoro e la produzione industriale, non va vista come un costo, se non nel breve periodo. E dopotutto oggi abbiamo le risorse per intervenire. Ma serve coraggio, buttare ancora una volta la palla avanti per me equivale a decretare la morte della fabbrica, presto o tardi. E adesso le responsabilità sono molto ben definite».
Che ne è stato dell'Accordo di programma annunciato con il ministro Urso?
«Noi già lo scorso mese di maggio abbiamo formalmente trasmesso al Ministro la traccia di lavoro che la comunità ormai da tempo invoca a larga maggioranza, per una traiettoria di iniziative industriali e di contesto da qui ai prossimi 10/12 anni. E ritengo fosse una esigenza dello stesso mercato dell'acciaio italiano. Una traccia assolutamente realizzabile. Stralciare, per esempio, i fondi del PNRR preventivati per le applicazioni dell'idrogeno e l'utilizzo dei forni elettrici ha sconfessato gli impegni di quello stesso Ministro. Del bavaglio normativo concepito a carico del sindaco, che da ordinamento dovrebbe difendere la salute dei cittadini, c'è poi poco da dire, è stato un gesto per me di grande inciviltà. Spero ancora che il Premier Meloni possa assumere protagonismo in questa vicenda strategica per l'intero Paese e possa fare chiarezza e mettere ordine alla prospettiva generale».
Il centrodestra accusa il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle di aver fatto poco e niente sul dossier Ilva negli ultimi anni: perché nessuna forza politica di governo alla fine non riesce a sottrarsi dai decreti salva-azienda?
«Non voglio compiere riflessioni troppo articolate. Ma su questo aspetto mi sento, con rammarico, di segnalare che chi avrebbe potuto agire, al netto delle belle parole e delle buone intenzioni, e per varie motivazioni non ha potuto farlo, per me ha eguale responsabilità di chi oggi vuole procrastinare la vita degli altoforni a carbone e l'ipoteca sulla salute dei tarantini e sulla tenuta delle imprese dell'indotto locale. Mi sento prima tarantino e poi iscritto ad un partito. Occorrerebbe uno sforzo di tutti verso la giustizia intergenerazionale, che a volte non paga nell'immediato in termini elettorali. È un guaio per il Paese che così declina rapidamente, in ogni settore. Poi non stupiamoci che i cittadini sfiduciati disertino in massa le urne».
C'è davvero il rischio che Taranto perda i Giochi del 2026?
«Direi di no. Ma la strada resterà in salita finché non arriveranno le rimesse finanziarie promesse dal Governo e il Commissario non verrà messo in grado di predisporre i necessari appalti. Gli Enti locali stanno provando a dare una mano al sistema, hanno persino dato disponibilità ad un cambio di governance dell'organizzazione, per lasciare al Governo il protagonismo che sembra condizione propedeutica a sbloccare la situazione. Ma su un punto mi auguro che ciascuno compia un serio esame di coscienza. Ci candidiamo ai Giochi del Mediterraneo per rigenerare i quartieri della città, per proiettare positivamente Taranto nello scenario internazionale, per spingere la nostra economia lontano dalle catene della monocultura siderurgica. Qualche imbiancata qua e là, per il timore dei tempi o dei costi, dei Giochi in formato ridotto in sostanza, non coglierebbero questi obiettivi che la gente si aspetta da una iniziativa del genere, sarebbe una sconfitta per tutti. È il motivo, per esempio, per cui insistiamo, anche perché tecnicamente ancora possibile, su di uno stadio di calcio del tutto nuovo e non su una semplice riqualificazione dell'impianto esistente, serve all'intero quartiere Salinella. Tutti insieme possiamo fare cose importanti e il Governo può lasciare il segno, ma non c'è altro tempo da perdere. E mi auguro che anche il mondo dello sport nazionale non resti concentrato solo sull'appuntamento di Milano-Cortina».
Come giudica il nuovo corso del Pd?
«Non lo giudico. Resta un po' di disagio su alcuni temi significativi per Taranto. Ma sono abituato a valutare i fatti e ho già fornito la mia sincera disponibilità alla segretaria Schlein in tal senso».
In molti la danno come vicino a Italia Viva e a Matteo Renzi malgrado la maggioranza con la quale governa il Comune di Taranto faccia muro contro i renziani: come stanno le cose?
A me sembra più che altro che alcuni in maggioranza facciano muro, legittimamente si intende, contro qualche singolo esponente di quell'area, non contro un impianto politico-valoriale interessante per il mondo moderato e riformista ionico. In uno schema di campo largo che altrove, in Puglia come nel resto d'Italia, si applica senza troppi intralci. E non è certo un mistero che io mi senta un moderato e riformista, ovvero che io abbia un buon rapporto con Matteo Renzi. E nessuno può immaginare che queste interlocuzioni avvengano senza un corretto coinvolgimento dei nostri livelli regionali. Ricordo, per altro, che un pezzo di Italia Viva è stato candidato con noi alle elezioni amministrative del 2022. Cosa votano in Consiglio comunale i rappresentanti di quello o altri partiti e gruppi non lo determino certo io. E in fin dei conti, in questa fase critica della vita della città, sarebbe auspicabile il contributo di tutti, nel rispetto delle regole e dei ruoli. Il passato non si cancella ed io sono stato il primo danneggiato da quel passato. Ma per le sorti e gli interessi di Taranto metto da parte ogni cosa, non bado ad altri ragionamenti. Mi dicono spesso che io dovrei migliorare politicamente, ma cosa è la politica se non questa mediazione dinamica per il bene comune? Forse la maggioranza dovrebbe migliorare, invece, in disciplina e proposta politica, invece che cercare nemici altrove, sempre che questo atteggiamento non sia dettato esclusivamente dai futuri posizionamenti elettorali. Ad ogni modo, direi che abbiamo l'urgenza di combattere tutti insieme per l'ex Ilva, per i Giochi del Mediterraneo, per la Transizione Giusta europea, per il lavoro, per la salute e l'ambiente, per la qualità dei servizi pubblici, per trattenere i nostri giovani, per molte altre cose più importanti delle scelte in Consiglio comunale eseguite da Italia Viva».