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«L’economia del mare per affrancarsi dall’acciaio, ma servono subito nuovi perimetri per le Zes»

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

«L’economia del mare per affrancarsi dall’acciaio, ma servono subito nuovi perimetri per le Zes»

Emiliano: «Il governo si muova». Fontana: «Tempi maturi per un’unica autorità portuale in Puglia»

Martedì 13 Giugno 2023, 13:21

TARANTO - L’economia del mare ha, a Taranto in Puglia e nel Sud Italia, un futuro radioso che l’attende ma servono regole certe e atti legislativi da mesi nella casella degli «annunci» per fare in modo che gli imprenditori interessati possano concretizzare gli investimenti programmati. È quanto emerso dal convegno organizzato da Confindustria che ieri ha visto la partecipazione di dirigenti a vari livelli dell’associazione, del commissario della Zes jonica Floriana Gallucci, dal presidente dell’Autorità portuale del Mar Jonio, del governatore Michele Emiliano e, collegato da Roma, del ministro per il Sud Raffaele Fitto.

A mettere il dito in una delle piaghe più evidenti, ovvero i perimetri delle Zone economiche speciali (le Zes, insomma), è stato Emiliano che ha sollecitato il varo del decreto sulla riperimetrazione da parte della premier Meloni, allo scopo di scongiurare «il rischio di far perdere alla Puglia importanti investimenti esteri, in quanto il mancato avvio della procedura che aggiorna e rivede le perimetrazioni delle aree Zes - ha spiegato Emiliano - includendo nuovi lotti e particelle sulla base dell’effettivo interesse da parte di potenziali investitori, aumenta sensibilmente il rischio che gli stessi, prevalentemente esteri, decidano di investire altrove. Per la Regione Puglia è necessaria l’emanazione del Dpcm per la riperimetrazione Zes, già predisposto dal governo Draghi, sul quale è stato acquisito il parere della conferenza unificata il 12 ottobre 2022. Taranto - ha concluso Emiliano - è una delle città più importanti della Puglia e sta diventando una delle capitali del Mezzogiorno. Quella che stiamo osservando è una rivoluzione fatta col metodo pugliese, giorno per giorno, una pietra dopo l’altra. Il lavoro da fare è durissimo perché nessuno ci fa sconti o regali. Fortunatamente, in questa città c'è una comunità di attori che nella Zes ha visto una proiezione di futuro. Questa proiezione di futuro, noi la stiamo coltivando con intensità, aprendo la discussione continuamente».

«Un’unica autorità portuale per gli scali pugliesi sia ionico che adriatico, con i porti di Bari, Taranto, Brindisi, Manfredonia, Barletta e tutti i porti minori - ha invece proposto il presidente di Confindustria Puglia Sergio Fontana - dotati di patrimonio infrastrutturale e una posizione geografica che costituiscono le premesse di un nuovo sviluppo per candidarsi come tra i principali scali commerciali europei: uno snodo per i traffici tra Asia, Europa e Nord America, incoraggiando lo sviluppo delle aree retroportuali attraverso attività di supporto alla logistica. In questa direzione è di fondamentale importanza il potenziamento delle Zes e la loro repentina riperimetrazione che rappresentano un’imperdibile opportunità di svolta per l’economia meridionale perché, valorizzando il legame strategico tra industria, logistica e porti, consentono lo sviluppo di aree industriali del Mezzogiorno ben più vaste di quelle individuate dai confini regionali». «Indubbiamente le Zes - ha aggiunto Vito Grassi, vice presidente di Confindustria e presidente del Consiglio delle Rappresentanze regionali e per le Politiche di coesione territoriale di Confindustria - sono l’esempio concreto di come costruire uno strumento di sviluppo territoriale che tenga insieme interventi “orizzontali” (di contesto), come l'infrastrutturazione dei trasporti e digitale, con azioni specifiche mirate al sistema produttivo, come incentivi dedicati (ad esempio il credito d’imposta) e accorgimenti o soluzioni burocratico-amministrative ad hoc (autorizzazione unica, semplificazioni amministrative)».

Economia del mare vuol dire traffici marittimi ma anche cantieristica, specie per il turismo. Ma quanto pesa oggi la cantieristica in Puglia e quanto è importante per la transizione industriale in una città come Taranto che vuole affrancarsi dalla monocultura dell’acciaio? «La cantieristica può sviluppare e creare 1500-2000 posti di lavoro nei prossimi anni se adeguatamente supportata» ha detto Salvatore Toma, presidente di Confindustria Taranto. Più nel merito sono entrati Saverio Cecchi, presidente di Confindustria Nautica e Pasquale Di Napoli, presidente sezione metalmeccanica e navalmeccanica di Confindustria Taranto.

In Puglia - dati 2021 - ci sono 11.196 posti barca. La regione è dodicesima in Italia per numero di occupati (433 contro i 3.429 della Liguria, prima) e per valore aggiunto della produzione nella cantieristica nautica, è nona per occupati nella filiera nautica. «Sono numeri che nel giro di poco tempo - ha detto il presidente Cecchi - possono portare Taranto e la Puglia nei primi 5 posti della classifica italiana» mentre Di Napoli ha annunciato il via ai lavori di realizzazione di un motoryacht da 50 metri di lunghezza nel cantiere navale di Buffoluto a Taranto.

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