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Taranto, rinviato lo sfratto per Adriana Parisi: «In quella casa mio figlio autistico si sente protetto»

 
Giacomo Rizzo

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Giacomo Rizzo

Taranto, rinviato lo sfratto per Adriana Parisi: «In quella casa mio figlio autistico si sente protetto»

Nasce Comitato, venerdì sit-in sotto la Prefettura

Martedì 16 Maggio 2023, 12:46

TARANTO - Saverio, almeno per ora, resta nella casa in cui è cresciuto e in cui si sente protetto. Ieri lo sfratto non è stato eseguito nonostante l’intervento di un incaricato dell’Ivg (Istituto vendite giudiziarie), che attualmente è custode dell’appartamento perso all’asta da Adriana Parisi e dal suo ex marito, genitori di Saverio, un ragazzone di 32 anni affetto da una grave forma di autismo certificata sin dal 1994 dall'Istituto di Clinica Neurologica di Bologna. Adriana chiede più tempo per trovare un’eventuale sistemazione alternativa perché il cambio di abitudini, per ovvi motivi, potrebbe nuocere al figlio. Ha anche proposto di corrispondere un canone per «fare le cose con calma e nel rispetto della sua diversità».

Ma questa istanza, come le altre, è caduta nel vuoto. Ieri è comunque saltata l’esecuzione del decreto di sgombero forzato da parte dell'Ivg. Il delegato dell’istituto ha infatti preso atto dell’impossibilità delle forze dell’ordine di intervenire sul posto e ha redatto un verbale rinviando ad altra data lo sfratto. L'ordinanza di sgombero del giudice esecutivo «ieri non compariva - riferisce Adriana - sul fascicolo elettronico della pratica, altre anomalie in questa assurda vicenda». Dopo un tam tam sui social è nato il Comitato spontaneo #iostoconsaverio.

«La comunità di quartiere - spiega la coordinatrice Simona Laliscia - si schiera a sostegno di Saverio, della sua identità, dei suoi diritti e della sua famiglia. Abbiamo inviato una pec al Prefetto di Taranto, alle istituzioni locali e regionali e ad alcuni parlamentari ionici comunicando che venerdì 19 maggio, dalle 9.30 alle 14, saremo sotto il palazzo del Governo sperando in un incontro con il prefetto. Il comitato invita tutti i rappresentanti politici e istituzionali a partecipare affinché tutti insieme si possa trovare una soluzione dignitosa per Saverio e la sua famiglia».

Il trattamento riabilitativo privato, consulti e ricoveri in varie regioni «hanno permesso a mio figlio - racconta Adriana - un miglioramento netto nella qualità di vita sua e di chi lo circonda. Ad oggi permangono gravi deficit comportamentali e di autonomia. Saverio, purtroppo, non è in grado di comunicare ed esprime tutti i suoi pensieri e disagi con i cosiddetti comportamenti-problema: resta e resterà nella stessa condizione di gravità per tutta la sua vita. È un uomo adulto ormai, con una stazza massiccia, rassicurato dalla routine e da un ordine di spazi, fisici e temporali. Nella sua logica, non possono esistere cambiamenti. Nessuno».

Una situazione che ha comportato «un esborso economico – ammette Adriana - che ci ha condotto in una situazione debitoria superiore al salario del padre, in un nucleo monoreddito, fino al pignoramento dell'immobile in cui il ragazzo è cresciuto. L'esistenza di Saverio è stata occultata nei documenti del procedimento immobiliare iniziato nel 2017 e concluso nel 2022 con una vendita all'asta. Abbiamo richiesto al Giudice dell'esecuzione una sospensione dell'effetto del decreto di trasferimento, così come la legge prevede a discrezione, ma non ci è stata concessa e il tentativo di trovare una soluzione temporanea o risolutiva con l'acquirente non è mai andato a buon fine».

La condivisione sul social con lo slogan “Iostoconsaverio e tu?" ha contribuito alla nascita di un comitato di quartiere «in cui risiediamo - rivela Adriana - da più di 20 anni e in cui il ragazzo è amato, accolto e protetto nella sua condizione, nel rispetto della sua fragilità. Saverio esiste e va protetto. Va protetto lui, da se stesso, poiché questo stravolgimento lo farebbe ricadere nel baratro della violenza che trascina con sè chiunque e qualsiasi cosa. Va protetta la sua famiglia, composta da me e dal fratello, residenti nello stesso immobile e dal mio ex marito, perché tutta la nostra vita - si sfoga la mamma - è appesa a questo mistero che è l'autismo».

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