Acciaierie d’Italia ha ottenuto la certificazione energetica che specifica i requisiti per «stabilire, implementare, mantenere e migliorare un sistema di gestione dell’energia», superando positivamente tutte le verifiche dell’ente certificatore, IGQ - Istituto Italiano di Garanzia della Qualità, dopo un iter iniziato nel luglio dello scorso anno. Lo rende noto la stessa azienda, spiegando che «la certificazione del sito produttivo tarantino, che, per dimensioni e caratteristiche, si configura come il più complesso d’Italia dal punto di vista energetico, costituisce un importante risultato. L’attività siderurgica è una delle attività industriali più energivore e Acciaierie d’Italia è impegnata nella ricerca di soluzioni che la rendano sempre più sostenibile».
All’interno dello stabilimento pugliese sono presenti due centrali termoelettriche per la produzione di energia, funzionanti in massima parte con i gas siderurgici prodotti dallo stabilimento in un ciclo combinato co-generativo, che consentono un risparmio di circa 1 miliardo di m3 di gas naturale l’anno. La certificazione «ISO 50001» conseguita si aggiunge alle altre già ottenute dallo stabilimento tarantino che riguardano la responsabilità sociale, la qualità, la sicurezza, l’ambiente, l'energia e la formazione.
SINDACATI: TUTELARE LAVORATORI IN AS
«Compito del sindacato è unire i lavoratori. L’accordo sulla proroga della cassa integrazione straordinaria firmato da altre organizzazioni sindacali accetta che i 1600 operai di Ilva in As restino fuori dal perimetro aziendale. Per noi è gravissimo. Poi i 2500 lavoratori sociali in Cigs sono potenziali esuberi strutturali e altri potrebbero aggiungersene per la transizione ecologica e non va dimentica la situazione drammatica dell’indotto-appalto. Noi non ci stiamo e insieme ai lavoratori vogliamo decidere il percorso da intraprendere, anche ricorrendo a forme di mobilitazione».
Lo ha detto il segretario generale della Uilm di Taranto a margine dell’assemblea organizzata dalla stessa Uilm e dall’Usb con i lavoratori di Ilva in amministrazione straordinaria. I due sindacati non hanno firmato, a differenza di Fim, Fiom, Ugl Metalmeccanici e Fismic, l’accordo sulla proroga della cassa integrazione straordinaria per 3mila lavoratori in tutti i siti del gruppo, di cui 2500 a Taranto, partita il 28 marzo.
«Acciaierie d’Italia - ha spiegato Sperti - ha dichiarato che l'accordo di marzo 2020, tra ArcelorMittal e Commissari di Ilva, ha cancellato la salvaguardia occupazionale e il rientro a lavoro dei 1.600 lavoratori in As. Una scelta che non accetteremo mai perché l’accordo del 6 settembre 2018 non può essere cancellato con una dichiarazione al tavolo». Per Francesco Rizzo dell’Esecutivo confederale Usb «questa è la logica della follia politica tutta italiana. C'è un accordo in essere, che per noi è valido ed è quello del 2018 che prevedeva a partire da agosto il rientro di questi lavoratori. Abbiamo chiesto immediatamente un incontro al Ministro delle imprese e Made in Italy, Adolfo Urso, perchè bisogna garantire questi lavoratori e siamo pronti alla mobilitazione».