«Black friday» sì, «black friday» no? «Il dato certo è che le promozioni selvagge al commercio non fanno bene». Parola di Mario Raffo, presidente di Federmoda di Confcommercio Taranto. Riflettori puntati sul commercio, soprattutto sul settore abbigliamento, all’indomani delle polemiche sulle chiusure dei negozi al Borgo. «Abbiamo ereditato, come al solito una cosa non nostra, ma ben venga fin quando vengono giocate le stesse regole e rispettata la natura di questi eventi» dice Raffo. Il «black friday», è il nome che negli Stati Uniti viene dato al venerdì di saldi, dopo il giorno del Ringraziamento. L’ultimo venerdì novembre, insomma, è stato ribattezzato così, venerdì nero, per il traffico automobilistico che usualmente si creava per le strade di Filadelfia. La gente si riversava per strada a fare acquisti. Ma da quando i colossi della vendite online monopolizzano le promozioni, per i negozi di vicinato delle città come Taranto, il nero è più un rischio chiusura. «Ci sono diverse categorie, il problema nasce perché è stato sciacallato: sarebbe dovuto essere un solo giorno, diventato un weekend, poi una settimana, adesso non si capisce più niente. C’è un black friday ogni mese, come il summer black friday d’estate. In tutto questo marasma, un negoziante deve contestualizzare le scelte aziendali nel decidere se adottare questo tipo di promozioni o no».
Il cliente coglie l’opportunità di fare l’acquisto ad un prezzo conveniente, ma per un’attività commerciale non è così, secondo quanto racconta Raffo. La filiera dura un anno, dalla produzione fino alla vendita al dettaglio. «Un anno di lavoro vero - sottolinea Raffo -. Un anno di studio, ricerca, collaborazioni, questo nel caso dei negozi della moda italiana. Poi ci sono le multinazionali con il loro brand, che hanno un altro tipo di Dna e identità, che dal produttore al consumatore vivono di promozioni».
In un panorama commerciale come quello quella moda, in cui la filiera è complessa e articolata è impossibile stare dietro alla velocità delle multinazionali. «Il saldo nasce in un periodo di fine stagione per concretizzare e finalizzare le vendite, dando la possibilità al cliente di fare acquisti convenienti. Tutto questo ora mette di difficoltà un mercato già difficile -spiega il presidente di Federmoda Taranto- anche perché ciò che è regolamentato nei negozi fisici e fronte strada, non lo è nel mercato online, creando confusione nel cliente. Perché abituato ai saldi online e ai black friday pensa quasi di averne diritto, ma è una scelta dell’esercente la politica da attivare verso la clientela e del mercato». Raffo spiega che a Taranto i negozianti sceglieranno liberamente cosa fare. «Perché dopo la pandemia, l’inflazione, il rincaro dei prezzi per la guerra, le bollette, caro affitti, la filiera della moda non ha aumentato i prezzi - spiega -. Quest’anno ha anche influito la situazione climatica, perché siamo al 23 di novembre e ci sono ancora delle giornate primaverili, la stagione invernale non è partita, i capi invernali sono ancora in negozio. Bisognerebbe rielaborare tutto il periodo di vendita».
Per Raffo la situazione dei negozi di vicinato del settore della moda tarantini, non è diverso da quello del resto d’Italia, «c’è una crisi economica conclamata - spiega -. Tutte le classi sociali hanno problemi, le famiglie soffrono tutte indistintamente. Le previsioni per il Natale non possono essere rosee, ma siamo fiduciosi, servirebbe una diminuzione della pressione fiscale su privati e aziende».