TARANTO - E' stato condannato a 9 anni e 6 mesi di carcere Martino Tamburrano, l’ex presidente della Provincia di Taranto finito in carcere a marzo 2019 con l’accusa di aver autorizzato l’ampliamento della discarica «La Torre Caprarica» di Grottaglie in cambio di tangenti e favori.
Il collegio di magistrati, presieduto dal giudice Patrizia Todisco e a latere Federica Furio e Daniele Gallucci, ha emesso la sentenza condannando altri tre imputati: 7 anni per il dirigente della Provincia Lorenzo Natile, 9 anni per l’imprenditore Pasquale Lonoce e infine 8 anni per Roberto Natalino Venuti, manager di «Linea ambiente», società del gruppo «A2a» che gestiva la discarica. I reati contestati sono, a vario titolo, quelli di corruzione e turbata libertà degli incanti. Ai domiciliari finirono anche altre tre persone.
Il Tribunale ha dichiarato tutti gli imputati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena, nonchè incapaci di contrattare con la pubblica amministrazione per cinque anni. I soli Tamburrano e Natile sono interdetti dagli uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata della pena.
Tamburrano è tenuto inoltre al pagamento, «a titolo di riparazione pecuniaria», di 310mila euro in favore della Provincia di Taranto. Di conseguenza è stata disposta la confisca di tale somma e, in caso di impossibilità, di beni mobili e immobili nella disponibilità dell’imputato per un valore equivalente.
Tutti gli imputati sono stati condannati al risarcimento danni, da liquidarsi in sede civile, in favore delle parti civili Provincia di Taranto, Comune di Grottaglie e Comune di San Marzano di San Giuseppe.
Tamburrano era accusato di aver ricevuto una tangente di 5mila euro al mese, un’auto Mercedes del valore di 50mila euro (della quale è stata disposta la confisca) e un contributo di 250mila euro per finanziare la campagna elettorale di sua moglie, Maria Francavilla, candidata (non eletta) al Senato per Forza Italia alle politiche del 2018.