TARANTO - «Forza Italia dovrebbe fare un mea culpa. Non basta ora dichiararsi a favore delle trivelle in Adriatico senza un ripensamento dell’errore commesso nel 2016». La riflessione porta la firma di Francesca Franzoso che, nella consigliatura precedente seduta tra i banchi forzisti, fu l’unica a sostenere il progetto del governo Renzi di estrarre gas dal mare.
Franzoso, con sei anni di ritardo, ha avuto ragione. Come andò nel centrodestra pugliese quel dibattito?
«Dibattito? Magari ci fosse stato. Quello di Fi, ma anche di Fratelli d’Italia e della Lega, fu un no strumentale che aveva come unico obiettivo quello di contrastare il governo Renzi. E Forza Italia partecipò persino ai No Triv Day con Michele Emiliano, in un’innaturale alleanza, pur di polemizzare con il presidente del Consiglio».
E ora, invece, cos’è accaduto? Fi ha cambiato idea?
«L’opposizione del 2016 fu strumentale mentre l’approvazione del 2022 è tatticismo politicista. Ora, sono al Governo e fanno i responsabili. Tutto qui. Per questo, servirebbe da parte di FI un mea culpa. Sarebbe educativo».
Educativo?
«Sì, nel senso etimologico del termine, per far crescere il rapporto con l’opinione pubblica che altrimenti non capirebbe».
Entrando nel merito non è assolutamente scontato che trivellando l’Adriatico ci siano quantità di gas rilevanti. È d’accordo?
«Gli studi a cui fa riferimento, negli anni scorsi, di fatto, si fermarono proprio in considerazione della grande opposizione delle forze politiche. Dunque, approfondiamo. Ritengo che è impensabile essere ancora così fortemente dipendenti dal gas russo».
Si potrebbe piuttosto insistere e investire sulle rinnovabili.
«Sì, ma non basterebbero per essere autosufficienti. Nonostante le accuse che mi furono rivolte sei anni fa quando mi definirono ingiustamente come una nemica del mare o una lobbista delle aziende petrolifere, sono invece favorevole ad un incremento della produzione energetica da fonti rinnovabili. Serve, però, un mix con quella fossile».
Secondo la sua riflessione, se il Governo Meloni dovesse proporre di realizzare un rigassificatore in Puglia Fi e il centrodestra dovrebbero essere favorevoli. Giusto?
«Esattamente. Anzi, il nostro territorio per la sua posizione geografica avrebbe dovuto anticipare Ravenna che ospita un impianto di questo tipo. Purtroppo, sinora, in entrambi gli schieramenti, hanno prevalso atteggiamenti strumentali e i populismi».
Lei, dopo essere stata consigliera regionale e coordinatrice provinciale di Forza Italia, da oltre due anni non fa più politica attiva. Come si definirebbe?
«Un’imprenditrice, anzi una cittadina che si informa, che osserva e che politicamente non è collocata in alcun partito. Apolide, mi definirei così».
Franzoso, con le dovute proporzioni, sembra riascoltare le frasi pronunciate da Letizia Moratti che, dopo aver abbandonato il centrodestra, si candiderà alla presidenza della Regione Lombardia per il Terzo Polo. Non è che pure lei è attirata dalle sirene di Calenda?
«Non ho mai incontrato il leader di Azione. Non mi ritengo vicina ad alcun movimento politico. E, come me, lo sono milioni di italiani che cercano casa. Lo spazio c’è, ma prima serve un progetto serio per modernizzare il Paese».