TARANTO - Nel 2023 il Comune di Taranto istituirà la tassa di soggiorno. Lo ha anticipato, nei giorni scorsi, il vicesindaco nonché assessore allo Sviluppo economico, Fabrizio Manzulli, incontrando alcuni rappresentanti delle organizzazioni di categoria del commercio e dell’artigianato.
Per ora, in realtà, non c’è ancora alcun testo già definito. Anzi, contattato dalla Gazzetta, è lo stesso esponente della giunta Melucci a confermare che «stiamo valutando alcuni aspetti necessari prima di partire. Posso solo confermare che - sottolinea Manzulli - il nostro orientamento è quello di avviare questa misura nel 2023 e, magari, dal mese di giugno. Del resto, si tratta di una tassa di scopo che vincola - spiega ancora l’assessore allo Sviluppo economico - la destinazione dei proventi alla realizzazione di iniziative o interventi che valorizzino o promuovano il settore turistico a Taranto. Basti pensare che - fa sapere l’assessore - lo scorso anno, il Comune di Brindisi ha incamerato 1 milione di euro». E ancora, per Manzulli, quest’iniziativa «ci sintonizzerebbe ancora di più nel circuito delle città turistiche italiane e, quindi, ci darebbe ulteriore riconoscibilità».
Probabilmente, la proposta di delibera verrà adottata in giunta prima della fine dell’anno anche per consentire alla direzione Tributi di indicare una (potenziale) cifra nel bilancio di previsione del prossimo anno. Poi, naturalmente, ci sarà il naturale passaggio in commissione Bilancio e, infine, il voto da parte del Consiglio comunale per la definitiva approvazione.
Al momento, dunque, sono pochi i particolari di cui si dispone visto che la bozza del provvedimento è ancora in corso di stesura. Ma, detto questo, è possibile che (almeno in una fase iniziale) l’Amministrazione comunale chieda una tassa di soggiorno piuttosto bassa (1 euro? 1,50?). Tra le ipotesi allo studio, inoltre, c’è la possibilità che i titolari di alberghi o bed and breakfast possano richiedere la relativa somma solo per i primi quattro pernottamenti (per capirsi, se la vacanzaa Taranto dovesse durare una settimana il turista pagherebbe solo per i primi quattro giorni).
Capitolo a parte, infine, le esenzioni. Che ci saranno, ma (anche queste) sono allo studio dell’assessorato allo Sviluppo economico. È possibile, ad esempio, che non paghino i bambini sino al compimento del 12mo o del 14mo anno e, sicuramente, non pagheranno la tassa di soggiorno i parenti di persone che, provenienti da altre città o regioni, risultino essere ricoverate in strutture sanitarie del capoluogo ionico. Esenzione in vista, infine, anche per gli atleti impegnati in gare e manifestazioni promosse dal Coni.