TARANTO - «Non c'è pace per il carcere di Taranto». La denuncia è del sindacato di polizia penitenziaria Sappe che racconta gli ultimi episodi di violenza avvenuti tra detenuti tarantini e baresi e punta l'indice contro la mancata risposta delle istituzioni preposte.
«L'ultimo episodio in ordine di tempo - denuncia il Sappe - è avvenuto l’altra sera, in cui una decina detenuti armati di bastoni ricavati dai tavoli utilizzati per mangiare, hanno sfondato il cancello che chiude il reparto detentivo per spostarsi nell’altra reparto al fine di guerreggiare con altri detenuti di fazioni diverse. Fortunatamente - continuano dal sindacato - il poliziotto addetto è riuscito a chiudere altri cancelli di sbarramento evitando così la tragedia».
Ma altri episodi si sarebbero consumati all'interno del carcere, come il tentativo di sottrazione «delle chiavi delle stanze al poliziotto in servizio per poter uscire in massa nei corridoi», e la «violenta lite che ha richiesto l’intervento di numerose ambulanze dopo che i detenuti si erano affrontati e picchiati». Tutto questo tra «l’indifferenza di chi dovrebbe garantire ai poliziotti di poter lavorare in condizione di sicurezza e nel rispetto di quei diritti sanciti dalla costituzione, nonché assicurare protezione ai detenuti più deboli»
Grave anche il sovraffollamento del carcere che «doveva ospitare 310 detenuti, mentre oggi ne contiene 780, senza che sia stato aggiunto un solo poliziotto all’organico previsto».
Gli appelli «ai responsabili regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria, al Prefetto di Taranto e al sindaco, come pure ai rappresentanti politici regionali e nazionali» sarebbero caduti nel vuoto. Ed è per questo che il sindacato ammonisce: «In caso di eventi drammatici il Sappe vigilerà affinchè ancora una volta le responsabilità non vengano scaricate sui vertici del Carcere e sui poliziotti».