«C’erano delle auto ferme mentre quest’uomo tentava di spaccare le porte di ingresso, ma nessuno ha avvisato la polizia». È lo sfogo di Angelo DI Ponzio, titolare del ristorante «Giò» che nella notte tra il 22 e il 23 agosto ha subito il quinto furto da quando poco più di un anno fa sono partiti i lavori nel locale di dedicato al figlio Giorgio, 15enne ucciso da un tumore e diventato uno dei simboli della lotta all’inquinamento.
«Sì, è il quinto furto – racconta Angelo alla Gazzetta – e anche in questa occasione hanno portato via qualche spicciolo: il registratore di cassa in cui al massimo c’erano 30 euro. La cosa peggiore, però, è che dalle immagini di video sorveglianza si vede chiaramente un uomo che ferma l’auto davanti all’ingresso e tenta di forzare l’ingresso mentre altre auto cominciano a suonare perché non riuscivano a passare: il ladro è costretto a spostare la macchina, a parcheggiarla e poi a tornare con una pietra per finire la spaccata. In questo frangente – ha continuato Di Ponzio - nessuno ha chiamato la polizia, abbiamo saputo del furto dalla vigilanza». Ma quello nel ristorante di Di Ponzio non è l’unico avvenuto nel centro di Taranto in quella notte. «In poche ore hanno provato due volte a entrare» – racconta Luca Serio, titolare del bar «il Dolce Caffè» che si trova in via Acclavio a pochi metri dal ristorante della famiglia Di Ponzio. «La prima volta – spiega l’imprenditore – era circa mezzanotte, ma l’allarme li ha messi in fuga: quando siamo arrivati sul posto erano andati via fortunatamente senza riuscire a entrare, ma la seconda volta ce l’hanno fatta». Dalle immagini di video sorveglianza sarebbero stati due gli autori del furto: «Forse due ragazzini – continua Serio – perché hanno provato a porta via il registratore di cassa, ma dentro c’era pochi spiccioli: i danni che hanno causato sono ben più alti». Per Serio si tratta del terzo furto in poco meno di due: «Dalle immagini si vede che sono tutti simili: spaccano la porta e portano via il registratore. Questa volta il danno è stato di “soli” mille euro, mentre l’anno scorso per qualche moneta hanno causato danni per 5mila euro». Per il titolare del bar che un tempo era il «Bar Cubana», tempio di una parte della tifoseria rossoblu, il centro di Taranto «è diventato invivibile. Io credo – commenta - che se succede sistematicamente, c’è qualcosa che non va».
Anche nei giorni scorsi, infatti, sono stati diversi i colpi messi a segno nel borgo umbertino. Gli agenti della Squadra Mobile hanno avviato le indagini dopo aver appreso che un uomo di circa 30 anni, descritto dalla titolare di un negozio di abbigliamento per bambini, come un soggetto con corporatura esile, di bassa statura e con un evidente tatuaggio sull’avambraccio destro, si è introdotto nel suo locale facendo finta di voler acquistare dei capi di abbigliamento per bimbi, ma al momento di pagare la merce alla cassa, con un escamotage, si è impossessato della busta contenente gli indumenti dandosi poi a precipitosa fuga. I poliziotti dalle immagini della telecamera hanno immediatamente riconosciuto il presunto autore e si sono recati nella sua abitazione: nella perquisizione sono stati rinvenuti indumenti uguali a quelli indossati durante il colpo. I poliziotti, inoltre, sospettano che il giovane sia l’autore di altri due furti: il primo, accaduto il giorno prima in un negozio di telefonia del centro, e il secondo in una profumeria del centro cittadino. L’uomo è stato denunciato a piede libero con l’accusa di furto aggravato. Le indagini proseguono per trovare gli altri autori dei furti. Nel frattempo i commercianti del centro sperano che il prossimo colpo non tocchi a loro.