TARANTO - Ieri sera Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo di Taranto, ha invocato la benedizione sui fedeli e sul complesso esterno della chiesa di San Giuseppe, in Città Vecchia, che è stata ridata alla cittadinanza dopo il restauro, insieme alla sala d’oratorio dell’Isola. Il restauro, come era già visibile nei giorni scorsi, si è occupato principalmente del ripristino delle facciate e dei fregi, ma è il velo bianco che da qualche giorno celava la vera sorpresa: il restauro di un altorilievo in cemento che rappresenta San Giuseppe che porta in braccio il Gesù Bambino che fu posto sulla facciata quando la chiesa fu restaurata l’ultima volta, durante il ventennio fascista.
«Non ha nessun valore artistico, ma è molto bella» dice Don Emanuele Ferro, che spiega: «gli avevano usurato il suo biancore, con le polveri rosse, che poi ricoprono tutti i monumenti di Taranto. È stata ridipinta e ne è stato ripristinato il fondo fatto con la foglia oro. C’è questo luccichio del mare sulla foglia oro che è molto bello».
Un’importante lavoro di risanamento che ha interessato tutte e quattro le facciate, sia quella che si affaccia su via Garibaldi, ma anche quella delle piccole opere parrocchiali che prendono tutta via di Mezzo, quindi la sacrestia e gli spogliatoi del campo di calcio. «Una cosa importante che ora faremo fatica a ricordare -dice don Emanuele- è che i muri alle spalle della chiesa, i muri del salone parrocchiale erano praticamente quasi crollati. È stato tutto ricostruito il muro delle opere parrocchiali».
Un lavoro in programma da diverso tempo che si inserisce in un quadro più complesso di rivitalizzazione della Città Vecchia che la Diocesi di Taranto, che ha interessato non solo San Giuseppe, ma anche San Domenico, la chiesetta dei Santi Medici il restauro ancora in corso di San Cataldo.
Come ha spiegato l’ingegnere Gianfranco Tonti a Radio Cittadella, «il bonus facciate è stato un beneficio che ha sicuramente aiutato la Diocesi, perché la sola chiesa di San Giuseppe ha avuto interventi di restauro per il valore di 250 – 300 mila euro».
«Noi inauguriamo anche un’altra piccola opera -dice don Emanuele orgoglioso- una piccola sala di comunità, che è stato seguito da me in questi anni, ed è un piccolo saloncino, 60 posti, che abbiamo dotato di poltroncine per il cinema e di un impianto per la proiezione. Sarà il primo e forse anche l’unico cinema di Città Vecchia nella rete delle sale di comunità della CEI. Queste proiezioni d’autore gratuite saranno programmate a partire da settembre». Un’opera iniziata da diversi anni, a cui hanno lavorato anche i ragazzi dell’Ulepe e della Scuole Edile. «È un’opera piccola ma altamente simbolica» conclude il parroco di San Cataldo.